Vice sindaco e militare dell’Aeronautica si sarebbe assentato dal servizio per circa 7 anni, dicendo ai suoi superiori che aveva bisogno di permessi per attività politico-amministrativa, dal momento che ricopriva la carica di vice sindaco in un comune della Valle Roveto.
In realtà, secondo quanto ricostruito nelle indagini, sarebbe stato impegnato in un’altra attività lavorativa, che gli avrebbe fatto guadagnare una somma complessiva di 248.368 euro.
È la pesante accusa nei confronti di un militare dell’Aeronautica militare, a seguito di una complessa attività investigativa della compagnia della guardia di finanza di Avezzano. Per il militare-politico, è scattata la misura cautelare del divieto di dimora emessa dal Gip del tribunale di Avezzano Daria Lombardi.
L’attività di servizio era iniziata in occasione di una manifestazione enogastronomica, quando i finanzieri hanno avviato, con approccio trasversale, un’attività ispettiva di carattere amministrativo anche nei confronti di un food-truck appartenente a un’associazione di promozione sociale gestita dall’aviere. L’attività di controllo si è conclusa con la costatazione di elementi positivi di reddito non dichiarati pari a 240mila euro.
Durante l’attività di indagine, coordinata dal procuratore della Repubblica presso il tribunale di Avezzano, sono emerse condotte perpetrate dal militare dell’Aeronautica militare finalizzate a esercitare in via esclusiva l’attività di commercio e che al contempo gli consentissero di percepire la retribuzione quale pubblico dipendente, attraverso quelli che sono stati considerati artifici e raggiri volti a trarre in errore i propri superiori gerarchici circa la propria continuativa assenza dal servizio.
Nel dettaglio, il militare forniva autocertificazioni ritenute ideologicamente false, perché attestavano la partecipazione a riunioni politico-amministrative connesse alle cariche politiche ricoperte prima come assessore e poi come vice sindaco, i cosiddetti permessi elettorali, così da assentarsi dal lavoro per circa sette anni.
L’uomo, dunque, avrebbe abusato delle proprie qualità di pubblico ufficiale, consigliere comunale e poi vicesindaco, traendo quello che viene considerato un ingiusto vantaggio patrimoniale in danno dell’ente territoriale con proprio corrispondente profitto personalestimato in almeno 3.175 euro, relativo all’importo dei canoni pagati dal Comune per il consumo di energia elettrica, di cui avrebbe fruito indebitamente. Chietitoday.it