Il bunker anti-atomico più grande d’Italia si chiama West Star e si trova a un quarto d’ora di elicottero da Milano: precisamente nel Comune di Affi, in provincia di Verona. Con lo spettro della guerra nucleare sollecitato dalle dichiarazioni minacciose di Mosca, il rifugio che può ospitare fino a 500 persone, è tornato di straordinaria attualità. Da luogo per gite turistiche e cultori della guerra fredda, il rifugio collocato nelle viscere del monte Moscal, ha riconquistato l’attenzione di tanti.
L’operazione West Star era nata nel 1966: un bunker antiatomico che poteva essere strategico in piena Guerra Fredda. Qui, infatti, era ospitata la sede protetta del comando Nato da cui venivano diramati gli ordini militari all’Occidente. West Star ha una superficie di 13 mila metri quadrati (come due campi di calcio) e si trova 150 metri sottoterra. A oggi, è l’unico rifugio antinucleare in Italia capace di resistere a 100 chilotoni, 5 volte tanto la bomba sganciata su Hiroshima.
Il bunker West Star: il museo della guerra fredda torna d’attualità
Il bunker era stato progettato come base di comando in caso di attacchi nucleari, chimici e batteriologici. Sempre gestito dalla Nato, fino alla fine degli anni Novanta sotto il controllo del Comando Forze terrestri alleate del Sud Europa. L’ultima esercitazione risale al 2004, poi dal 2007 è iniziata la sua dismissione: la gestione è passata all’Esercito italiano, al Ministero della Difesa, che infine l’ha ceduto al Comune di Affi.
Negli anni successivi furono rimossi molti macchinari, gli strumenti usati per le comunicazioni, le casseforti con i documenti segreti. Per il resto è rimasto come era all’epoca, e così lo ha trovato il comune di Affi che, nel 2018, lo ha acquisito dal demanio militare e ora vorrebbe trasformarlo in un museo della Guerra fredda. Ma ancora era inimmaginabile la deriva degli ultimi 38 giorni. E ora anche gli abitanti della zona guardano a quel bunKer con uno sguardo diverso.
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