La chiamata a vaccinarsi, per loro, è arrivata prima che per tanti altri. Subito dopo i medici e i fragili, e insieme a over 80 e insegnanti, toccava a forze di polizia e forze armate. Lo disponeva a metà febbraio, il «programma prioritario» che l’allora commissario per l’emergenza Covid, Domenico Arcuri, aveva predisposto con le Regioni.
Poco dopo, cambiato il commissario — il primo marzo il nuovo presidente del Consiglio, Draghi, ha nominato Francesco Paolo Figliuolo — è cambiata anche la strategia: ordine di vaccinazione non in base alla professione ma all’età . Del resto le categorie da privilegiare per via dei rischi maggiori e dell’interazione con il pubblico derivanti dal lavoro, dovevano aver già quasi completato il ciclo delle due somministrazioni. Vero, ma non del tutto.
È vero, cioè, che la gran parte di carabinieri, poliziotti, appartenenti alla guardia di finanza e alle forze armate si sono vaccinati e da tempo. Tuttavia, finora chi non ha voluto farlo ha subìto, come unica restrizione, quella di non potersi sedere a mensa con i colleghi, visto che in ogni ambiente in cui si consumano pasti già vige l’obbligo di green pass. Ora, in vista dell’obbligo di esibire la certificazione per entrare in ufficio come per prendere servizio in caserma, dal 15 ottobre, alcune sigle sindacali hanno lanciato il loro allarme: cosa si fa con i no vax in divisa, dovranno tutti essere sospesi e lasciare il servizio?
I numeri rassicurano. I carabinieri che hanno completato il ciclo di vaccinazione sono 81.368 su 107.723, cioè il 76,5%. E altri 11 mila e 200 sono in attesa del richiamo che con ogni probabilità riceveranno prima dell’entrata in vigore dell’obbligo di green pass. Altissima la percentuale di vaccinati nella guardia di finanza: l’87% dei 58.300 finanzieri ha completato il ciclo, e dei circa ottomila rimanenti, duemila sono guariti dall’infezione e aspettano, come previsto dalle indicazioni mediche, l’unica dose necessaria per la completa immunizzazione.
A metà, tra carabinieri e finanzieri, si collocano i poliziotti: l’83,7%, cioè circa 82 mila agenti su 98 mila, è stato vaccinato. Inoltre la polizia ha avuto un alto numero di contagiati, 11 mila agenti che si sono immunizzati per effetto dell’infezione: non tutti hanno già ricevuto la prescritta dose di vaccino. È possibile che, nel boom di prenotazioni seguite al decreto del «super green pass», ci siano anche tanti poliziotti, magari giovani, che non avevano voluto approfittare della priorità. Tuttavia se tutti gli agenti non vaccinati dovessero essere sospesi dal servizio, l’ordine pubblico potrebbe risentirne.
La situazione è ancora diversa nelle forze armate. Collocate anch’esse tra le categorie con diritto alla priorità nella campagna di vaccinazione, hanno regolamentato le somministrazioni uniformandosi al calendario fissato per i civili: prima i militari sanitari, quelli impiegati a supporto delle forze di polizia in attività di ordine pubblico (la campagna Strade sicure) e quelli in missione all’estero, poi tutti gli altri. Con un ritmo condizionato dalla disponibilità di dosi. Così dei 167 mila appartenenti all’esercito, alla marina e all’aeronautica, finora il 70 per cento ha completato il ciclo vaccinale e l’80% ha ricevuto la prima dose.