Condannato per un bacio rubato in Afghanistan. Un ufficiale medico, in servizio presso il Role2 della Task Force Arena di Herat, è finito davanti ai giudici militari con l’accusa di “ingiuria aggravata”. Per gli inquirenti con le stellette prima e per i giudici poi ha “offeso il prestigio e la dignità” di una marescialla, “bloccandola e obbligandola a ricevere un bacio”.
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E al 48enne è stata contestata anche l’aggravante di “essere militare rivestito di un grado e di aver commesso il fatto in territorio estero”. Una vicenda che all’ufficiale è costata tre mesi di reclusione militare. La sentenza è stata emessa dal Tribunale militare di Roma, confermata dalla Corte militare d’appello della capitale e resa definitiva dalla Cassazione.
L’imputato, all’epoca dei fatti in servizio al policlinico militare Celio, ha provato a giustificarsi sostenendo che, interpretando male i rapporti con la marescialla, “avrebbe avuto piena consapevolezza di quanto la sua condotta fosse inopportuna e non gradita soltanto dopo averla realizzata”.
I giudici hanno invece evidenziato che l’ufficiale ha avuto subito con la sottoposta un atteggiamento “insistentemente molesto”, nonostante la vittima gli avesse “reiteratamente mostrato” di non gradire le avances. Particolari emersi dai molti messaggi scambiati tra i due. Il reato contestato è stato così ritenuto provato in modo chiaro e incontestabile.