Una settimana cruciale per la crisi ucraina inizia con un Occidente spaccato in due, al di là delle ripetute dichiarazioni del presidente Usa, Joe Biden, sulla “unità” della Nato. Da una parte la linea dura di Washington e Londra, che trova sponda nelle nazioni baltiche. Dall’altra, con vari distinguo, il tentativo di Francia e Germania di scongiurare uno scenario nel quale Mosca, in caso di invasione dell’Ucraina, verrebbe sottoposta a durissime sanzioni che avrebbero pesanti conseguenze anche sull’Europa continentale.
Mosca ha piena coscienza della frattura e non può che sperare giochi a suo favore. Emblematiche, in proposito, le parole della portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, che venerdì scorso ha accusato gli “anglosassoni” di “aver bisogno di una guerra, a ogni costo”. Non l’Occidente, non la Nato, bensi’ “gli anglosassoni”, americani e britannici.
Un’eventuale invasione dell’Ucraina da parte della Russia sarebbe causa di “una grande sofferenza umana” e gli Stati Uniti e i loro alleati sono pronti a imporre “rapidi e pesanti costi” a Mosca. La Casa Bianca, al termine del colloquio tra il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, e quello russo, Vladimir Putin, ha diramato una nota in cui rende conto dei temi affrontati dai due leader, ribadendo che gli Usa sono intenzionati a proseguire nello sforzo diplomatico, ma comunque pronti “ad altri scenari”.
“Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha parlato con il presidente della Russia, Vladimir Putin, a proposito della crescente escalation militare sui confini dell’Ucraina. Biden è stato chiaro che, se la Russia continuerà nei suoi piani di invasione dell’Ucraina, gli Stati Uniti, insieme ai propri alleati e partner, risponderanno in maniera decisa e imporranno rapidi e severi costi alla Russia”, scrive la Casa Bianca.
“Il presidente Biden”, conclude la nota, “ha ribadito che un’invasione della Russia in Ucraina produrrebbe una grande sofferenza umana e minerebbe lo stending della Russia. Il presidente Biden è stato chiaro con il presidente Putin che mentre gli Stati Uniti rimangono pronti a un’azione diplomatica, in pieno coordinamento con i propri alleati e parnter, sono allo stesso modo preparati ad altri scenari”.
Continuano a soffiare, quindi, i venti di guerra e scatta l’allarme in tutto il mondo. Gli Stati Uniti hanno avvertito che un’invasione russa potrebbe iniziare tra pochi giorni, e hanno chiesto ai cittadini statunitensi di andarsene entro 48 ore. Un attacco da parte degli oltre 100.000 soldati russi, attualmente sistemati vicino all’Ucraina, “potrebbe verificarsi da un giorno all’altro”, ha detto ai giornalisti Jake Sullivan, consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca a Washington.
Washington ha annunciato l’evacuazione di tutto il personale della loro ambasciata a Kiev. Un piccolo numero di funzionari potrebbe rimanere nella capitale ucraina, ma la gran parte dei quasi 200 americani che lavorano alla rappresentanza diplomatica verranno fatti uscire dal Paese o trasferiti nelle zone occidentali, vicino al confine polacco, in modo da mantenere una presenza diplomatica.
Respingendo la speculazione secondo cui il Cremlino non avrebbe mai innescato la crisi mentre le Olimpiadi di Pechino sono ancora in corso, Sullivan ha affermato che un simile attacco “potrebbe verificarsi” prima della fine dei Giochi, prevista per il 20 febbraio. Lo scenario di un attacco imminente è “una possibilità molto, molto distinta”, ha detto Sullivan.
Pur sottolineando che non era ancora noto se il presidente Vladimir Putin avesse preso una decisione, dicendo che “non possiamo prevedere l’esatta determinazione”, Sullivan ha chiarito che gli Stati Uniti si stanno preparando al peggio, compreso un “rapido assalto” alla capitale Kiev. “Se un attacco russo all’Ucraina procede, è probabile che inizi con bombardamenti aerei e attacchi missilistici che potrebbero ovviamente uccidere i civili”, ha detto. “Qualsiasi americano in Ucraina dovrebbe partire il prima possibile e comunque nelle prossime 24-48 ore”.
Sullivan ha parlato poco dopo che il presidente Joe Biden e sei leader europei, i capi della Nato e dell’Unione Europea, hanno tenuto colloqui sulla peggiore crisi tra Occidente e Russia dalla fine della Guerra Fredda. Sottolineando le prospettive cupe, una serie di paesi si è unita all’esodo di diplomatici e cittadini dall’Ucraina, mentre i prezzi del petrolio sono aumentati e le azioni statunitensi sono crollate.
Cremlino, l’isteria americana ha raggiunto il culmine
“L’isteria (americana, ndr) ha raggiunto il culmine”: lo ha detto Yuri Ouchakov, consigliere diplomatico di Putin, in una conferenza stampa, in seguito alla telefonata sulla crisi ucraina fra il presidente Usa, Joe Biden, e quello russo, Vladimir Putin. I due leader, ha aggiunto Ouchakov, “hanno convenuto di proseguire i contatti a tutti i livelli”.
Ouchakov ha aggiunto che sono stati gli americani a voler anticipare a sabato la telefonata fra i due presidenti, inizialmente prevista per lunedì. “Questi ultimi giorni e queste ultime ore la situazione è stata portata a livelli assurdi”, ha continuato Ouchakov sottolineando che “gli americani hanno addirittura annunciato la data dell’invasione russa”. “Non capiamo che informazioni false sulle nostre intenzioni vengano trasmesse ai media”, ha concluso il consigliere diplomatico.
L’unità della Nato
Sullivan ha ripetuto gli avvertimenti dei giorni scorso, secondo cui che la Russia rischia severe sanzioni occidentali e ha affermato che la Nato ora è “più coesa, più propositiva, più dinamica di qualsiasi altra volta nella memoria recente”.
Il Pentagono ha annunciato che avrebbe inviato altre 3.000 truppe per rafforzare l’alleata Polonia. E il segretario di Stato americano Antony Blinken ha detto al suo omologo ucraino Dmytro Kuleba in una telefonata “che l’Ucraina continua ad avere il sostegno duraturo e fermo degli Stati Uniti per la sua sovranità e integrità territoriale”, ha sottolineato il Dipartimento di Stato.
Dopo la precedente telefonata di gruppo tra i leader statunitensi ed europei, il portavoce del cancelliere tedesco Olaf Scholz ha affermato che “l’obiettivo è prevenire una guerra in Europa”. Ma se Mosca non si tira indietro, “gli alleati sono determinati a prendere insieme sanzioni rapide e profonde contro la Russia”. Queste sanzioni prenderebbero di mira i settori finanziario ed energetico, ha detto, per l’Unione europea, Ursula von der Leyen.
Le forze militari russe in movimento
Le forze e le truppe navali russe, comprese le unità portate da tutto il vasto paese, ora circondano l’Ucraina a sud, est e nord. La Russia, che nega qualsiasi piano per attaccare l’Ucraina, controlla già il territorio della Crimea e sostiene le forze separatiste che controllano la regione ucraina del Donbass a est. Il Cremlino afferma che il suo obiettivo è convincere la Nato ad accettare di non concedere mai l’adesione all’Ucraina e anche a ritirarsi dai paesi dell’Europa orientale già nell’alleanza, ritagliando di fatto l’Europa in sfere di influenza in stile Guerra Fredda. Gli Stati Uniti e i loro alleati europei respingono le richieste, insistendo sul fatto che la Nato non rappresenta una minaccia per la Russia.
In aggiunta alle tensioni, venerdì sono state avviate esercitazioni militari russe su larga scala con la Bielorussia, che si trova appena a nord di Kiev e confina anche con l’Unione Europea.
Il ministero della Difesa russo ha dichiarato venerdì che avrebbe tenuto anche esercitazioni militari vicino al confine con l’Ucraina nel Mar Nero. Secondo il capo del servizio di intelligence militare norvegese, la Russia è operativamente pronta a condurre una vasta gamma di operazioni militari in Ucraina e il Cremlino deve solo fare la chiamata.
Intanto l’Unione Europea ha chiesto al suo personale non essenziale di lasciare l’Ucraina, mentre Israele ha affermato che le famiglie dei suoi diplomatici sarebbero state ritirate. La Norvegia si è unita alla Gran Bretagna dicendo ai suoi cittadini di andarsene.
Gli sforzi della diplomazia
L’allarme crescente arriva nonostante gli sforzi della diplomazia, da parte dei funzionari europei. Macron ha visitato sia Mosca che Kiev all’inizio di questa settimana e Scholz dovrebbe fare lo stesso nei prossimi giorni. Scholz terrà anche il suo primo incontro di persona con Putin a Mosca. Il segretario alla Difesa britannico Ben Wallace era a Mosca venerdì per colloqui con il suo omologo russo Sergei Shoigu. Era accompagnato dal capo di stato maggiore della difesa del Regno Unito Tony Radakin e la coppia incontrerà anche il massimo generale dell’esercito russo Valery Gerasimov.
La visita di Wallace arriva il giorno dopo che il ministro degli Esteri britannico Liz Truss ha incontrato il suo omologo russo Sergei Lavrov a Mosca per colloqui che si sono conclusi con pubbliche recriminazioni. Delusione anche dopo un incontro separato tra negoziatori russi e ucraini, sotto la mediazione di Germania e Francia. Fonti hanno descritto l’incontro come “difficile”.