Una 27enne vigilessa di Cesena ha presentato una causa al Comune romagnolo per una presunta discriminazione di cui dichiara di essere stata vittima, ritenendo di essere stata penalizzata nel proprio percorso professionale dal proprio aspetto fisico. Davanti al tribunale del lavoro di Forlì, la ragazza chiederà di poter tornare a svolgere le sue regolari mansioni di agente della polizia locale.
La causa, nello specifico, chiede di trasformare il suo contratto di formazione e lavoro della durata di un anno in indeterminato, eliminando gli effetti della “gravissima discriminazione” di genere che la ragazza avrebbe subito secondo il suo avvocato Matteo Pavanetto.
Competenze non sufficienti secondo la commissione
La donna ha vinto il regolare concorso, classificandosi al terzo posto. Assunta assieme ad altri sette colleghi, secondo la commissione presieduta dal comandante della polizia locale Andrea Piselli “non ha raggiunto le competenze tecniche necessarie per svolgere il servizio in autonomia”. Avrebbe evidenziato, infatti, delle lacune, si legge nel verbale della commissione riportato da Il Resto del Carlino, “con errori di sostanza con riferimento all’intera struttura della legge di depenalizzazione”.
Le accuse riportate dall’avvocato
Ma “al termine della prova”, spiega il ricorso dell’avvocato forlivese, “il comandante Piselli le avrebbe comunicato che a suo parere, data la sua avvenenza, subiva il fascino della divisa e che col suo sorriso non avrebbe ottenuto riconoscimento dagli utenti. Alludendo, de facto, che sarebbe stato meglio dedicarsi ad altre attività a lei più consone.
Battuta cui la signora vigilessa”, continua il legale, “rispondeva da parte sua zittendo il comandante, comunicandogli che il lavoro per il quale ha studiato è quello dell’agente di Polizia locale e non di modella”. Il Comune ha smentito questo tipo di ricostruzione: spetterà ora a un giudice stabilire la verità.