Trieste: il TAR dà ragione al poliziotto. Reintegro in servizio e risarcimento

POLIZIOTTO PUNITO SOCIAL

Gli avvocati intervengono sulle vicende processuali che interessano il poliziotto rimasto coinvolto in procedimenti disciplinari per il comportamento tenuto durante i tragici fatti accaduti in nella Questura di Trieste il 4 ottobre 2019, quando gli agenti Matteo Demenego e Pierluigi Rotta vennero assassinati da Alejandro Augusto Stephan Meran.

I legali spiegano che «la sanzione amministrativa della sospensione per sei mesi dal servizio patita dal loro cliente è stata annullata con sentenza del Tar Veneto del 12 marzo 2021, confermata con ordinanza del Consiglio di Stato l’8 giugno 2021. Il ministero dell’Interno aveva richiesto al Consiglio di Stato di sospendere l’efficacia della sentenza per consentire di mantenere vigente la sanzione amministrativa. La richiesta – proseguono – è stata rigettata e, pertanto, il ministero dovrà corrispondere tutte le retribuzioni arretrate, le indennità di trasferimento, l’assegno di funzione, e riconoscere la promozione alla qualifica superiore».

Per i due avvocati «la condotta efficiente e professionale del poliziotto è stata collocata in un contesto certamente non stabilizzato ma di grave pericolo per tutti. Il Tar ha sancito che l’operato del poliziotto è stato ispirato al suo “alto senso del dovere” poiché, nonostante non fosse in servizio, è intervenuto attingendo al suo bagaglio di poliziotto pluridecorato, esperto di tecniche operative». 

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