Torino, poliziotti aggrediti con morsi e spranghe durante una perquisizione

Forze di polizia
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Una perquisizione in un alloggio di corso Regina Margherita 162 ha scatenato la rivolta di una ventina di inquilini che hanno aggredito con calci, pugni e sprangate in testa tre poliziotti. Uno degli agenti è stato morso al braccio dalla madre di un giovane che era stato trovato in possesso di droga. Un altro poliziotto ha rischiato di essere scaraventato giù dal ballatoio, mentre due aggressori hanno cercato di impossessarsi delle pistole di servizio.

Alla fine i tre agenti sono stati ricoverati in ospedale con fratture al naso, escoriazioni e una prognosi da 10 e 15 giorni.

Saber, il 21enne cittadino italiano trovato in possesso di 7 grammi di hashish e una bomboletta di spray urticante, è stato arrestato assieme al fratello Jawad, trentenne, che ha cercato di impedire l’ingresso ai poliziotti.

In manette è finito anche Abdessalem Haj Salem, 38enne, con una precedente condanna per omicidio, identificato come uno dei due uomini che hanno cercato di rubare la pistola.

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Tutto è cominciato con un normale controllo tra corso Regina Margherita e corso Valdocco, dove una pattuglia della Mobile ha fermato Saber. Vedendolo particolarmente agitato, i poliziotti hanno deciso di perquisire anche il suo appartamento, ma il fratello maggiore Jawad sosteneva che non ne avessero diritto. Il trentenne di origini marocchine ha chiamato in aiuto i vicini e a quel punto la situazione è degenerata. Gli agenti sono stati circondati e costretti ad ammanettare Saber alla maniglia della porta per difendersi.

Durante l’aggressione prima Jawad e poi Salem hanno afferrato la pistola di due agenti e Jawad è riuscito addirittura a impossessarsi del caricatore. L’arrivo di altre pattuglie di rinforzo ha fatto scappare gli aggressori e, quando, i poliziotti sono saliti al secondo piano, di Saber non c’era più traccia. La maniglia della porta era stata divelta per liberarlo e l’alloggio era vuoto. Haj è stato rintracciato mentre cercava di fuggire e Saber si era nascosto nel cassone di un camioncino.

Jawad si è invece consegnato poco dopo grazie all’intermediazione del padre. I tre arrestati devono rispondere, a vario titolo, di resistenza, lesioni, tentata rapina e detenzione di stupefacente ai fini di spaccio.

«Lo scontro tra criminali e forze dell’ordine si inasprisce sempre di più e sempre di più annoveriamo uomini dello Stato gravemente feriti da aggressioni – dichiara il segretario del sindacato di polizia Siulp Eugenio Bravo – La situazione è insostenibile. Ci chiediamo come possano le forze dell’ordine garantire la sicurezza altrui se hanno ormai serie difficoltà a garantire la propria».

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