Torino, incendi e devastazioni in carcere durante una rivolta: cinque agenti di Polizia penitenziaria in ospedale

Polizia penitenziaria regina coeli

Ci sarebbe la consegna in ritardo di un medicinale alla base della rivolta scoppiata nel carcere di Torino. L’ennesimo episodio di violenza si è verificato mercoledì sera intorno alle 19.30 e ha coinvolto i detenuti comuni del padiglione C.

Secondo le ricostruzioni del Corriere della sera tutto sarebbe nato in segno di solidarietà a un detenuto che pretendeva la tempestiva consegna del medicinale. E così il sostegno delle altre persone rinchiuse all’interno del padiglione sarebbe degenerato in un incendio nel bel mezzo del corridoio della sezione.

È stato appiccato il fuoco a materassi, suppellettili e vari arredi delle celle e sono finite tra le fiamme anche le bombolette di gas utilizzate per i fornelli. Nel corso della rivolta sono state anche prese di mira e sradicate alcune telecamere di sicurezza.

Per gestire la rivolta è stato richiamato in servizio anche il personale di polizia penitenziaria assente per riposi o per ferie. Solamente dopo cinque ore di trattative, intorno a mezzanotte e mezza, gli agenti sono riusciti a ristabilire la normalità all’interno del padiglione.

Nel frattempo la diffusione del fumo ha avuto ripercussioni anche su altre due sezioni del carcere: è stato necessario evacuare i detenuti nei cortili di passaggio. Cinque agenti sono invece finiti al pronto soccorso del Maria Vittoria per il fumo inalato e sono stati dimessi con una prognosi di due giorni.

I sindacati della Polizia Penitenziaria: «Carcere alla deriva»

«Ormai è inutile negarlo, il carcere è alla deriva e la situazione è sfuggita totalmente di mano. Più volte abbiamo detto che le condizioni a Torino stanno diventando pericolose per la tutela e l’incolumità fisica di tutti», denuncia Leo Beneduci, segretario generale dell’Osapp, il sindacato di polizia penitenziaria.

La rivolta di mercoledì si aggiunge infatti al lungo elenco di episodi che hanno reso particolarmente drammatica l’estate all’interno del carcere di Torino, tra suicidi e aggressioni ai danni degli agenti. Soltanto nella giornata di lunedì è stata sfiorata l’ennesima tragedia: un detenuto ha tentato di impiccarsi in cella ma è stato sollevato di peso e salvato da un agente in servizio.

E così dall’Osapp sono arrivate ancora una volta le richieste di commissariamento e di intervento dell’esercito in supporto. «Consideriamo evidente l’inconsistenza organizzativa dell’amministrazione penitenziaria che lascia il personale in balia di tali eventi e alla mercé dei detenuti più violenti. Abbiamo chiesto il commissariamento urgente delle carceri mediante la designazione di figure capaci ed esperte nelle misure da adottare per il ripristino della sicurezza e della legalità negli istituti di pena — spiega ancora Beneduci —.

Per il carcere di Torino l’unica possibilità, anche se drammatica e grave, è l’impiego interno di adeguati contingenti dell’esercito prima che accada l’irreparabile».

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