Stava per andare in pensione, ma prima arriva l’avviso di garanzia con l’accusa per corruzione. Non capita a una figura qualunque, ma al generale Enzo Vecciarelli, l’attuale capo di Stato maggiore della Difesa. Lo scrive in apertura oggi La Verità, con Giacomo Amadori che spiega che Vecciarelli avrebbe ricevuto alcune utilità illecite, almeno secondo gli inquirenti che erano al lavoro su altre figure ma che si sono imbattuti nel suo nome dalle dichiarazioni di un’imprenditrice arrestata.
Operazione Minerva, spunta anche il generale Vecciarelli
Il tutto rientra nella cosiddetta operazione Minerva, nata nel luglio 2020 con 31 misure cautelari che svelarono un sistema di tangenti e corruzione negli appalti per le forniture all’esercito, ai carabinieri e alla guardia di finanza per un totale di 18,5 milioni di euro. “Tre militari finirono ai domiciliari: un ex generale ispettore dell’Aereonautica militare, un colonnello dell’Aeronautica e un brigadiere capo della Guardia di Finanza. Quattro vennero sospesi dal servizio”. spiega La Verità. Il ministro Lorenzo Guerini definì la Difesa parte lesa.
Le indagini sono proseguite e sono ora pronte alla chiusura. La sorpresa, come riporta la Verità, è il coinvolgimento di Vecciarelli, che il 5 novembre prossimo andrà in pensione, dopo le dichiarazioni di una imprenditrice che avrebbe aiutato a ricostruire il funzionamento del sistema. “I pm e gli uomini della polizia di stato sono risaliti a due aziende che producono abbigliamento e che avrebbero regalato vestiti anche a Vecciarelli. L’accusa di coruzione sarebbe dunque legata ad abiti dal valore di poche decine di migliaia di euro o forse perfino inferiore”, scrive Amadori. “Spiccioli per chi può contare su stipendi a cinque zeri”.
Ma ciò non toglie che l’inchiesta rischia di provocare smottamenti nelle forze armate. Vecciarelli, nominato nel 2018 dal primo governo Conte, lascerà il posto all’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone.