Tenta di strangolare un poliziotto: senegalese arrestato a Lecce

Tenta di strangolare un poliziotto

Forze dell’ordine ancora nel mirino. Dopo il nigeriano di 32 anni che a Padova ha cercato di uccidere due poliziotti con un’ascia prima di venir sparato alle gambe da uno degli agenti per fermarlo, un altro caso di aggressione è salito alle cronache. Stavolta, a tentare l’omicidio di un poliziotto è stato un senegalese di 27 anni. I fatti si sono svolti a Lecce attorno alle 18, quando l’agente in servizio presso la Questura locale è stato avvicinato dallo straniero.

Il poliziotto indossava la divisa e lo straniero, già noto alle forze dell’ordine, ha inizialmente aggredito verbalmente l’agente con un linguaggio minaccioso. L’agente gli ha intimato di allontanarsi ma lo straniero non ha sentito ragioni e quando l’esponente delle forze dell’ordine ha tentato di allontanarsi è stato preso al collo in un tentativo di strangolamento.

È nata una inevitabile colluttazione, durante la quale il poliziotto è riuscito a svicolare dalla presa del senegalese per poi immobilizzarlo, dando il tempo alla pattuglia di supporto di arrivare per concludere l’arresto. Adesso l’aggressore si trova in carcere con l’accusa di tentato omicidio e lesioni personali aggravate.

L’agente è stato successivamente accompagnato in ospedale, dove gli sono state refertate ferite guaribili in 10 giorni, provocate per lo più dall’utilizzo da parte dello straniero di una catenina indossata a collo dallo stesso poliziotto.

“Continua senza sosta la scia di aggressioni alle donne ed agli uomini in divisa, nella stessa giornata non abbiamo fatto in tempo a tirare un respiro di sollievo per lo scampato pericolo dei due poliziotti affrontati a Padova da un individuo di nazionalità nigeriana armato di ascia, che a poche ore dall’accaduto l’episodio si è ripetuto nel centro di Lecce”, si legge nella nota del Sindacato Italiano Unitario Lavoratori Polizia.

Tenta di strangolare un poliziotto, il sindacato: eccessiva tolleranza verso chi usa violenza

Mirko Bray, segretario generale del sindacato Siulp, sottolinea che si avverte “un’eccessiva tolleranza verso chi usa violenza contro un poliziotto, che sia in ordine pubblico o in un intervento di polizia, di contro il solo sospetto di un possibile eccesso nelle nostre reazioni, che scaturiscono sempre a contenimento delle violenze di ogni genere che siamo chiamati a fronteggiare, è sufficiente ad innescare il cosiddetto ‘atto dovuto’ che dà inizio a quella che oggi in Italia è la vera e propria pena: ovvero, l’iter processuale”. La sensazione è che ci sia una vera caccia all’uomo che coinvolge gli agenti di polizia, contro la quale si sta facendo ancora troppo poco.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

error: Content is protected !!