Dalle partite a carte vietate, alle regole sul conferimento dei rifiuti, da infrazioni di natura fiscale fino alla mancata esibizione dei cartelloni sulla sicurezza. Sono i pretesti utilizzati per taglieggiare una ventina di imprenditori, tutti cinesi, nella zona della Castellana (Treviso).
Cifre, pretese per chiudere un occhio, che andavano dai 100 ai 500 euro. Per questi fatti 5 carabinieri compariranno il 13 gennaio davanti al giudice per l’udienza preliminare. Ad attenderli c’è la richiesta della Procura, che vuole i cinque (più due presunte vittime, un albanese e un cinese) rinviati a giudizio per i reati di concussione e il furto di elettrodomestici e caffé.
Le accuse
Secondo l’indagine, da cui è partita un’altra inchiesta che ha coinvolto il comandante dell’aliquota radiomobile dei carabinieri di Montebelluna, l’ex comandante dei carabinieri di Istrana, l’ex comandante della stazione dell’Arma di Castelfranco, accusati a vario titolo di corruzione, abuso in atti d’ufficio, accesso abusivo al sistema informatico delle forze dell’ordine, traffico illecito di influenze, violazione delle norme sulla privacy, falso in atto pubblico e di esercizio abusivo della professione. I cinque carabinieri avrebbero preteso denaro da imprenditori, gestori di pubblici esercizi e commercianti, tutti cinesi, minacciandoli di far eseguire controlli che avrebbero fatto chiudere le loro attività.