“Irreale”. Così la Corte d’Appello di Firenze ha giudicato la versione fornita nel corso del processo da Pietro Costa, l’ex carabiniere condannato a 4 anni di reclusione per aver violentato una studentessa americana la notte tra il 6 e il 7 settembre 2017. Insieme a lui, c’era anche Marco Camuffo, già condannato in via definitiva a 4 anni e due mesi di reclusione.
Nelle motivazioni della sentenza di condanna si afferma che la versione fornita da Costa è totalmente falsa: “Si dipinge, capovolgendo i ruoli, come ‘sedotto’ dall’iniziativa della ragazza straniera che lo trascina in ascensore, gli si offre sbottonandosi il top, abbassandosi la zip dei pantaloni e cercando un rapporto sessuale che lui interrompe preso da scrupoli e da paure per l’anomala situazione”. Il processo ha stabilito che non andò affatto così, e che invece la studentessa venne violentata dai due militari.
Costa e Camuffo quella notte erano in servizio al radiomobile e arrivarono alla discoteca Flo, al piazzale Michelangelo, dopo una chiamata per una rissa. Fu li che incontrarono due ragazze americane ubriache che cercavano un taxi. I due carabinieri si offrirono di accompagnarle con l’auto di servizio a casa, in Borgo Santissimi Apostoli. Nell’androne, scattò la violenza.
La ricostruzione “per quanto fedele e congruente dei cinque, sei minuti incriminati – scrivono i giudici – si può ricondurre alle iniziative parallele dei due militari che, in un corto circuito mentale e presi da istinti normalmente controllabili, hanno messo a rischio la loro stessa carriera nell’arma oltre a commettere un reato dallo stesso Costa definito mostruoso”.
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Secondo le motivazioni della sentenza “non si può parlare di un corteggiamento iniziato in discoteca suggellato con un bacio che in una manciata di minuti avrebbe travolto ogni censura giungendo a un rapporto sessuale completo”. “Se la ragazza ha espresso il suo no, ripetuto più volte dopo l’iniziale obnubilamento e il comprensivo spiazzamento per una così repentina accelerazione, è evidente che a Costa era palese il suo dissenso” visto che a un certo punto si è fermato.