“Ha adempiuto al proprio dovere di tutela della sicurezza pubblica”. Queste le motivazioni dell’assoluzione del carabiniere che sparò a un fuggitivo.
I fatti risalgono all’1 settembre 2017 a Macherio (provincia di Monza e Brianza), in via Roma, quando l’appuntato dei carabinieri di 34 anni, in servizio alla caserma di Biassono, ha sparato al Suv di un 47enne di Triuggio scappato ai militari per evitare un accertamento sanitario obbligatorio.
Ne era nato un lungo inseguimento che si era concluso in via Roma con un colpo di pistola che aveva colpito il triuggese tra la spalla e il collo. Miracolosamente il proiettile era fuoriuscito dalla parte opposta del corpo. Ma secondo il pubblico ministero avrebbe potuto uccidere.
Il processo è iniziato il 17 maggio 2018, la sentenza è stata pronunciata il 23 aprile 2021. Il pubblico ministero ha chiesto una condanna a quattro anni e otto mesi di reclusione, oltre alle pene accessorie di legge.
[sc name=”pubblicit” ][/sc]La difesa ha chiesto l’assoluzione perché “il fatto non sussiste e non costituisce reato”. Dopo tre anni di udienze gli avvocati difensori dell’appuntato, hanno ottenuto l’assoluzione: “Siamo soddisfatti dell’esito di questo procedimento lungo, complicato e faticoso per il nostro assistito soprattutto da un punto di vista umano – hanno dichiarato gli avvocati difensori il giorno della sentenza – Questo servitore dello Stato ha vissuto quattro anni e mezzo in uno stato psicologicamente angosciante, oltre ad aver subito il trasferimento e il blocco della carriera. Siamo soddisfatti che sia stata accettata la nostra posizione che era evidente fin dalle indagini ma che ora trova il suggello del Tribunale”.
Le motivazioni
Secondo il Tribunale c’è stato un “uso legittimo dell’arma – come si legge nelle motivazioni della sentenza – Non solo non aveva alternative alla sua condotta ma ha adempiuto al proprio dovere. L’unica altra possibilità sarebbe stata lasciare che il fuggitivo proseguisse la sua corsa con il rischio concreto che si potesse verificare una tragedia se, superando il posto di blocco, avesse investito e ucciso qualcuno, magari un bambino o un anziano, considerato che si era in pieno centro a Macherio, con diverse persone in circolazione – scrivono i giudici – Se un simile scenario si fosse disgraziatamente verificato, l’imputato sarebbe stato giustamente accusato di non averlo impedito, mancando ai suoi doveri di protezione della pubblica sicurezza”