Spariti 2 milioni dalle casse dei carabinieri a Napoli: “Cinque ufficiali non hanno vigilato”

Capitano carabinieri
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Due degli ufficiali che hanno denunciato gli ammanchi di denaro dalle casse dei carabinieri sono accusati di “colpa grave” dalla Corte dei conti: per non aver vigilato e controllato sull’ex cassiere infedele T. T.. Si tratta del tenente colonnello S. R. e del tenente colonnello V. L..

Sono loro due insieme al colonnello M. V., al colonnello V. C. e al maggiore F. B. ad aver ricevuto “l’invito a dedurre” firmato dal vice procuratore Licia Centro e dal sostituto procuratore Davide Vitale.

Saranno ascoltati dai magistrati di via Piedigrotta per fornire la loro versione dei fatti. Secondo la Procura T.T., colui che avrebbe sottratto 2,4 milioni all’Arma dal 2010 incassando 78 assegni, si era “conquistato la fiducia dei superiori” ed era “riuscito di fatto a svolgere anche le basilari funzioni di controllo che dovevano essere esercitate sulla sua attività”.

E così – scrivono i magistrati – “gli ufficiali che hanno ricoperto il ruolo di capo servizio amministrativo e capo sezione gestione finanziaria, nonostante la responsabilità della gestione dei fondi, hanno abdicato alle loro funzioni, consentendo al cassiere, anche e soprattutto per il tramite della firma degli assegni, la realizzazione nel tempo del disegno criminoso”.

Di fatto – nota la Procura contabile – “nell’arco di un decennio c’è stato un limitato avvicendamento di personale” ai vertici dei servizi amministrativo e finanziario, “che ha favorito il permanere di prassi irregolari”. Dagli atti viene fuori che T. T. “è riuscito a eludere sia le verifiche giornaliere, mensili, sia quelle straordinarie di cassa svoltesi nel 2012, 2015 e 2018. Tra le verifiche straordinarie spicca quella del 21 settembre 2015 svolta dall’ufficio centrale per le ispezioni amministrative presso il ministero della Difesa”.

Tutti si fidavano di lui. E dichiarano alla commissione di indagine interna voluta dal comando generale dei carabinieri di “non aver mai rilevato anomalie significative nella tenuta dei conti”. Tant’è che per la commissione interna “gli ufficiali non sarebbero venuti meno ai doveri di controllo posti a loro carico dalla normativa”. Di diverso avviso la Procura contabile che ora accende riflettori sui 5 ufficiali.

Dagli accertamenti è venuto fuori che per nascondere gli ammanchi il militare movimentava somme di denaro tra tre conti correnti dell’Arma, uno dei quali era denominato “Terra dei fuochi”. La relazione della commissione interna conclude che “la condotta tenuta dal cassiere era scientifica nel metodo, costante nei tempi, accompagnata da un artificio contabile particolarmente raffinato ed inusuale che traeva linfa da una attenta e costante politica dei ritardi nelle registrazioni delle entrate”.

Il giorno del suo pensionamento, il 30 giugno 2021, T. T. dispone due ordini di pagamento di 1,1 milioni di euro a favore della Tesoreria provinciale dello Stato. Li genera utilizzando le proprie credenziali informatiche. “Dai riscontri effettuati – si legge agli atti – risultava che a tali ordini non era mai corrisposta alcuna uscita materiale di denaro”. Sarebbe stata l’ultima mossa per coprire gli ammanchi. Perché da quell’operazione fittizia partono i controlli e si scoprono i 78 movimenti a ritroso sui conti correnti dei carabinieri della Campania.

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