Sparatoria in Questura a Trieste: la famiglia del poliziotto Demenego fa causa allo Stato

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Sparatoria in Questura a Trieste – La famiglia Demenego – cui apparteneva uno dei due poliziotti uccisi in Questura a Trieste, Matteo Demenego insieme con Pierluigi Rotta, il 4 Ottobre 2019 – ha intentato una causa civile contro il ministero dell’Interno.

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Lo rende noto il quotidiano Il Piccolo che ha avuto la conferma dal padre dell’agente, Fabio.

“Mio figlio è stato ucciso dentro a una Questura con la pistola di un collega”, ha spiegato l’uomo. “La responsabilità, anche come datore di lavoro, qualcuno se la deve prendere”. L’assassino, Alejandro S.Meran è stato assolto in primo e secondo grado, confermata dalla Cassazione per incapacità di intendere e di volere.

Sparatoria in Questura a Trieste: il nodo fondine

Uno dei punti su cui si concentra la richiesta è il malfunzionamento delle fondine rotanti in plastica rigida, all’epoca in dotazione. La fondina dell’agente Pierluigi Rotta, l’altra vittima, si era rotta da qualche giorno e usava una fondina in cordura, un tessuto rigido, senza blocchi di sicurezza. Per questo il responsabile della sparatoria Alejandro Meran è riuscito in un secondo a sfilargli l’arma di dosso e a sparare. 

Il sindacato autonomo di Polizia Sap già dal 2018 aveva più volte fatto presente al dipartimento competente che le fondine in plastica rigida si rompevano spesso. Proprio due giorni prima l’omidicio di Demengo e Pierluigi Rotta, il dipartimento aveva risposto al sindacato scrivendo che era a conoscenza del problema e stava vagliando un nuovo modello.

Lorenzo Tamaro, del sindacato autonomo di Polizia, fa sapere che il Sap appoggia in pieno la richiesta di risarcimento avanzata dalla famiglia del collega scomparso.  

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