I fatti risalgono a settembre 2017 quando un agente di polizia, durante una lite con due vicini di casa con i quali si era incontrato nel garage condominale per chiarire su un presunto danno subito dall’auto dello stesso poliziotto, ha esploso un colpo con la pistola d’ordinanza.
L’agente era sceso in garage per chiarire ed era stato aggredito da uno dei due con alcuni pugni al volto, quindi aveva estratto la pistola e contemporaneamente aveva chiamato la centrale operativa del Commissariato per richiedere un intervento in ausilio. Prima che arrivasse la volante però il poliziotto aveva sparato un colpo di pistola che dopo aver toccato il pavimento si andava a conficcare sulla porta di un garage senza colpire alcuno dei presenti.
La Procura ha sostenuto che il colpo di pistola fosse stato esploso dal poliziotto per minacciare i due antagonisti e pertanto contestava al poliziotto il reato di minaccia e quello di aver portato la pistola con sé fuori dall’orario di servizio, accensioni ed esplosioni pericolose e quindi ha chiesto la condanna alla pena complessiva di 2 anni ed 1 mese di reclusione. L’agente di polizia, difeso dall’avv. Corrado Canafoglia, ha sempre contestato la volontà di minacciare i due ed ha giustificato di aver esploso il colpo perché ha inciampato involontariamente su un gradino del garage, ma ha anche contestato la legittimità di poter portare la pistola d’ordinanza con sé anche fuori dall’orario di servizio.
Il Tribunale penale di Ancona ha condannato l’agente alla pena di 1 anno di reclusione, accogliendo in parte la tesi difensiva dell’avv. Canafoglia, che ha richiamato la Circolare del Ministro Minniti che impone agli agenti di polizia di portare sempre con sé la pistola di ordinanza a prescindere dall’essere i servizio o meno. La difesa attenderà i 60 giorni per il deposito della motivazione della sentenza per proporre appello avverso la condanna del reato di minaccia
Purtroppo ci sono agenti che pensano di poter andare oltre i propri doveri compiendo abusi . Qiesto dovrebbe essere sottolineato , per porvi rimedio , con una maggiore attenzione all’educazione al rispetto e alla psicologia . La brutalita’ e le prove di forza ( soprattutto se perpetrate contro le donne ) sono solo segno di ignoranza , non di autorevolezza e non portano a buoni rapporti e rispetto da parte della popolazione .
Popolazione che paga tasse a iosa e non ha riscontro nei servizi dovuti .
Trovo ignobili i trattamenti che la ragazza di Torino ha sopportato dagli agenti e vergognosa e faziosa la decisione del Tribunale .
Si parla delle violenze sulle donne ma nei fatti le forze maschili prevaricatrici sono autorizzate a vari livelli .