«Sono addolorato, non volevo uccidere nessuno». L’ha ripetuto più volte Giuseppe Molinaro ai suoi colleghi, dopo essersi costituito e anche nelle ore successive quando è stato interrogato dai magistrati. Secondo il difensore Giampiero Guarriello e i carabinieri di Formia, l’appuntato di Teano – in servizio dall’agosto 2022 presso la stazione di Carinola dopo aver chiesto il trasferimento da Castelforte, ma dal 22 febbraio scorso «in licenza straordinaria per gravi motivi di malattia» – è stato «molto collaborativo».
IHa dichiarato di essere molto confuso e di aver agito non rendendosi conto di quanto stava avvenendo. Molinaro ha raccontato di essere andato insieme a Miriam Mignano all’albergo di Suio per un chiarimento con Giovanni Fidaleo. A quel punto ci sarebbe stata una lite che, degenerata, è culminata con lo sparo di sette colpi di pistola.
Almeno questa è la sua versione dei fatti, non propriamente corroborata dagli elementi finora raccolti dai carabinieri della compagnia di Formia, diretti dal Maggiore Michele Pascale. A cominciare dalla presenza delle tre autovetture utilizzate dai tre protagonisti di questa terribile vicenda. Secondo quanto trapela, l’ipotesi più accreditata è quella di un pedinamento da parte di Molinaro, che ha seguito la donna, in preda a una malsana gelosia, e una volta vista in compagnia di Fidaleo, accecato dall’ira, ha estratto la sua pistola d’ordinanza e sparato.
Il militare, stando alla nota della Procura, non aveva accettato la fine della loro storia d’amore e al tempo stesso la nuova relazione della donna con il direttore dell’Hotel Nuova Suio. Altra ipotesi è che si sia recato presso la struttura e abbia trovato i due insieme.
Dopo la sparatoria, come è stato ricostruito dagli inquirenti, è salito a bordo della sua Ford Focus e si è diretto a Teano, sua città nativa, per raccontare quanto avvenuto a Suio Terme alla psicologa con cui era in cura da qualche settimana. È stata proprio la professionista a chiamare i carabinieri dove l’appuntato si è costituito prima di essere associato nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere con le accuse di omicidio e di tentato omicidio. In serata è stato sottoposto a fermo dopo un lungo e drammatico interrogatorio svolto dal pm di turno della Procura di Santa Maria Capua Vetere, anche se le indagini sono per competenza territoriale della Procura di Cassino.
Resta in prognosi riservata, invece, Miriam Mignano, colpita da due colpi di pistola. Sottoposta ad un delicatissimo intervento chirurgico, si trova attualmente ricoverata in terapia intensiva con prognosi riservata presso il Policlinico Gemelli di Roma dove era stata trasportata in elicottero dopo la sparatoria. È stata anche sottoposta ad una tac per ulteriori accertamenti al fine di escludere complicazioni.
Miriam Mignano aveva conosciuto Fidaleo proprio all’albergo di Suio Terme, dove è stata dipendente prima di diventare negli ultimi mesi guardia giurata presso una società di vigilanza armata di Gaeta. Molto attiva sui social, aveva una smodata passione nel registrare video simpatici su Tik Tok regolarmente riportati anche sul suo profilo Facebook. Molte anche le foto in posa davanti alle auto dei carabinieri.
In una di queste, la donna si era scattata un selfie in divisa da vigilante, proprio mentre alle sue spalle transitava una gazzella dell’Arma. «Hai colto l’attimo», aveva commentato un amico, la risposta di lei: «Per questo l’ho fatta». In un altro post augurava una giornata di felicità «perché chi è felice non rompe le p…». Ilmessaggero.it