Il Sim Carabinieri Friuli Venezia Giulia, organo sindacale dei militari, «non può fare finta di nulla su quanto accaduto» lunedì sera in piazza, a seguito della finale di calcio di Coppa d’Africa, che ha visto vittorioso il Senegal, e ha «generato festeggiamenti dei tifosi fino all’alba, sfociati però in assembramenti e, successivamente, minacce e aggressioni agli agenti della polizia di Stato ed equipaggi delle stazioni carabinieri intervenuti in rinforzo» per sedare le intemperanze.
Due agenti e un militare feriti e trasportati al pronto soccorso. «Gli stranieri residenti a Monfalcone al 1° gennaio 2021 sono 8.367 e rappresentano il 28,6% della popolazione – rileva il Sim – oltre la metà di quella presente in tutta la provincia di Gorizia pari a 16.506, eppure la presenza sul territorio delle forze armate nel Comune è pari a quella di un piccolo municipio della provincia: a volte è presente una sola pattuglia per turno».
Il sindacato «esprime la propria piena e totale solidarietà verso tutti gli operatori coinvolti». «Quando eventi come questi capitano – scrive il Sim in un comunicato –, nulla ci deve far desistere dal far percepire la nostra presenza, non importa l’appartenenza o meno al sindacato o la diversa forza armata, sul campo siamo tutti servitori dello Stato. I fini istituzionali di tutte le forze di polizia, si accomunano nel tentativo di garantire legalità e pace sociale, che altro non sono che aspetti della sicurezza».
In sintesi «il carabiniere, il poliziotto o gli altri soggetti giuridicamente tenuti ad esporsi al pericolo, lo affronteranno anche se grave ed immediato, nella misura in cui sarà loro data la concreta possibilità di scongiurare gli effetti». Ma «tale possibilità è da valutarsi in relazione ai mezzi, agli strumenti alle tecniche operative e ai precetti penali e disciplinari che sanzionano varie ipotesi di reato». «Ed è allo Stato – dichiara il Sim – che lanciamo un appello: la mancanza cronica del personale, l’invecchiamento dello stesso e la troppa burocrazia negli uffici, l’insufficiente coordinamento e collaborazione tra forze di polizia e la magistratura, l’individuazione di tecniche operative condivise, fanno venir meno la primaria necessità del cittadino: la sicurezza percepita.
Eventi come quello di lunedì danno la percezione di una mancanza di controllo e perdita di autorevolezza da parte delle forze dell’ordine. La speranza è che l’accaduto contribuisca a un’approfondita riflessione in materia di sicurezza portando a interventi più concreti, a un coordinamento tra le diverse forze di polizia sul campo che non miri solo a risultati personali, fatti di numeri e statistiche, ma a far percepire costantemente ed efficacemente il controllo del territorio al cittadino». —