«Possibile che hai 30 anni e non capisci?»: svincolo di Rosarno, controllo della Polstrada, l’agente (oggi ex) si sarebbe rivolto in questi termini alla ragazza alla guida di un’auto da contravvenzionare.
Come riporta gazzettadelsud.it, la donna, consapevole di essere senza assicurazione, ha ascoltato, ha chiesto clemenza, si è giustificata, ha chiamato il fidanzato al telefono, alla fine è scoppiata a piangere.
La prestazione sessuale richiesta non c’è, mai stata, tutto il resto – comprese le pressioni psicologiche – si sarebbe verificato eccome, diventando oggetto anche di un procedimento penale sfociato nella condanna dell’ex poliziotto incriminato.
Fatti di qualche anno fa, adesso definiti anche dalla Corte dei conti, con una sentenza di condanna dell’agente per danno all’immagine nei confronti del Ministero dell’Interno. Quindicimila euro la somma che i giudici hanno imposto di pagare.
«Sussiste il danno all’immagine della pubblica amministrazione – si legge nella sentenza della sezione giurisdizionale per la Calabria – comprovato dalla divulgazione via internet della condanna inflitta all’ex agente della Polizia stradale per i reati di abuso di ufficio continuato e aggravato, millantato credito continuato e tentata induzione indebita.
Infatti, è indubbio che l’intervenuta pubblicazione di tale notizia ha arrecato disdoro alla Polizia di Stato, minando la fiducia dei consociati nella legittimità dell’operato dei poliziotti che con sacrificio ed onore svolgono il loro servizio, ed ha inciso sull’efficacia e il buon andamento dell’amministrazione, anche per l’induzione o il rafforzamento del convincimento della corruttibilità dei pubblici funzionari, presupposti tipici di detta tipologia di danno».