Usmia Carabinieri: un saluto da stadio travisato in saluto fascista. Sei un appartenente alle forze dell’ordine? Evita di parlare e di gesticolare perchè la tua vita è sotto il “mirino” dei cecchini da tastiera.
I tempi sono cambiati e in alcuni ambiti vivere in questa società sta diventando sempre più difficile. Se per tanti versi il progresso e l’avvento dei social-network ha migliorato alcuni aspetti della nostra vita, per altri le cose si sono complicate, specie per chi ha scelto di servire la Patria.
“Ha il diritto di rimanere in silenzio, qualsiasi cosa dirà potrà e sarà usata contro te stesso”. La storica frase da film poliziesco utilizzata nel confronti di un criminale durante il suo arresto, forse sarebbe il momento di inserirla nel nuovo Regolamento Generale dell’Arma e integrarla con la seguente formula: “ha il dovere di stare fermo, qualsiasi gesto o azione potrebbero essere travisati”, quindi, oltre a stare zitto, ti conviene tenere le mani ferme e ben in vista.
USMIA Carabinieri, con questo eufemismo pone in risalto l’ennesima tempesta mediatica che si è abbattuta ieri su alcuni militari dell’Arma – fuori servizio e in abiti civili – mentre festeggiavano la fine dell’11° corso triennale Marescialli in un ristorante di Firenze. Un momento conviviale di pura allegria che poco dopo si trasforma nell’inarrestabile “tam tam” social per poi approdare sulla pagina online di un noto quotidiano.
Ma vediamo in concreto cosa è successo. Durante il brindisi che precede il taglio della torta preparata con i colori della Bandiera italiana, mentre i neopromossi Marescialli cantano l’inno nazionale e gesticolano saltellando, l’occhio subdolo di una videocamera sta registrando la scena In attesa di catturare qualcosa che possa interessare e alimentare ingiusti pregiudizi nei riguardi delle istituzioni.
Pochi istanti ed è fatta. Tra le tante braccia alzate, si scorgono alcuni gesti “sospetti” che, nelle mani di un esperto manipolatore, potrebbero stimolare interessanti abbinamenti.
Il segretario Generale Carmine Caforio, preoccupato, rivolge il seguente appello alle Autorità politiche e militari: bisogna urgentemente porre freno al dilagante fenomeno altrimenti, per diminuire le probabilità di diventare colpevoli da innocenti, il primo processo da cui le Forze dell’Ordine dovranno imparare a difendersi, è proprio quello mediatico a discapito dell’efficienza e della sicurezza del nostro territorio.
Per i giovani Ispettori che tra qualche giorno saranno chiamati a combattere la criminalità, questa è un’esperienza di salvaguardia molto significativa che non dovrà scalfire, in alcun modo, la motivazione e la passione che li ha ispirati ad entrare a far parte dell’Arma dei Carabinieri.