Avrebbero barattato informazioni coperte da segreto d’ufficio con pesce fresco (gamberi e pesce spada), biglietti per un noto parco acquatico di Gallipoli, sushi e la richiesta di assunzione di parenti in strutture ricettive.
È quanto contestato dalla procura di Lecce nei confronti di due carabinieri, un sovrintendente di polizia ed un finanziere, coinvolti nell’inchiesta della guardia di finanza sui presunti illeciti compiuti da due imprenditori attivi nella Città Bella, per ottenere favori per le rispettive attività imprenditoriali.
Per i due militari – un luogotenente in servizio presso il Comando provinciale di Lecce e un appuntato in servizio presso la compagnia di Gallipoli – è scattata l’interdizione per un anno. Per entrambi, il pubblico ministero Alessandro Prontera aveva chiesto gli arresti domiciliari. Secondo l’ipotesi accusatoria, i rappresentanti delle forze dell’ordine avrebbe «asservito la propria funzione ponendo in essere atti contrari ai doveri d’ufficio».
Favori anche in cambio dell’assunzione della moglie
Oltre a ricevere pesce fresco e altre regalie per fornire notizie riservate anche su indagini in corso – accuse contestate ad entrambi i militari – l’appuntato avrebbe cercato di ottenere l’assunzione della moglie come estetista in una delle strutture di proprietà dei due imprenditori finiti ai domiciliari, evocando – come emerso da alcune intercettazioni telefoniche – la presenza di buttafuori in nero nel locale Zen: “Vuoi vedere che se oggi pomeriggio vado là trovo quattro buttafuori senza tesserino?”. Lo stesso, come emerso dalle dichiarazioni di un dichiarante, avrebbe ricevuto in dono soldi ed un Rolex nell’ambito di un altro procedimento penale risalente al 2014.
Omissioni o strumentalizzazioni nei controlli
Sia il sovrintendente di polizia (in servizio a Taurisano) che il finanziere, poi, avrebbero ricevuto biglietti d’ingresso per il parco acquatico gallipolino: il primo, che avrebbe ottenuto anche la fruizione gratuita di un appartamento in un residence e frutti di mare, avrebbe «strumentalizzato i controlli di polizia in danno degli esercizi commerciali concorrenti»; il secondo, invece, avrebbe omesso di segnalare presunte irregolarità in materia di lavoro nero durante i controlli.