«This is Italian warship». È il titolo del film, mai approdato al cinema, della regista Valentina Pillitteri sulla vita dei marinai della portaerei Cavour durante la missione del 2013 «Sistema paese in movimento» mirata a promuovere (tra le polemiche) il made in Italy – da Fincantieri a Beretta alla società missilistica Mbda all’Augusta Westland – all’estero. Girato durante la missione dalla regista e vincitore di due premi, eppure osteggiato dalla Marina che ne impedisce da otto anni la diffusione. Per ora il film avrà un solo spettatore, seppure eccellente: il giudice del Tribunale civile di Roma perché la regista – assistita dagli avvocati Marco Carlizzi e Francesca Taviano – ha citato il ministero della Difesa per ottenerne la diffusione.
Il processo inizierà il 26 novembre, ma già a luglio potrebbe svolgersi un’udienza con rito cautelare, dove Pillitteri chiederà di commercializzare subito «This is Italian warship». Pubblicizzazione cui il ministero si oppone dal 2014, lamentando di non aver mai concesso alla regista, seppur salita a bordo con tanto di telecamera, il nulla osta alla raccolta delle immagini mentre era in viaggio sulla Cavour.
Sullo sfondo emerge, in particolare, il problema della tutela del segreto di Stato, come rimarcato nella comparsa di costituzione depositata dal ministero. La missione è stata oggetto anche di un’interpellanza presentata dai parlamentari di Sel che ha messo in dubbio, all’epoca, l’opportunità di una missione volta a promuovere all’estero armamenti ed equipaggiamenti militari.
È la mattina del 13 novembre del 2013 quando Valentina Pillitteri, con altri giornalisti e fotografi, sale a bordo della nave Cavour, pronta a salpare alla volta del Canale di Suez per esporre eccellenze italiane in tredici paesi africani e del Golfo Persico. Oltre alle aziende specializzate nel settore militare e civile, sulla Cavour viaggiano membri della Croce Rossa e di Operation Smile, che effettueranno interventi su bambini durante la missione.
Nel gennaio del 2014, il Comando militare ordina alla regista di lasciare la portaerei per motivi che non sono stati mai chiariti. La regista non ha i mezzi finanziari per assemblare il film e così nel 2019, con l’obiettivo di cercare finanziatori, presenta una sintesi della pellicola in due manifestazioni: la «Visions du Réel» di Nyon, in Svizzera, e «L’Atelier MFN 2019» di Milano. In entrambi i casi vince dei premi. Vittorie inutili, poiché il ministero non dà comunque il via libera alla diffusione di «This is Italian warship».
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