Tutto è accaduto lo scorso fine settimana in provincia di Arezzo.
Una giovane donna è riuscita a chiedere aiuto inviando una mail ai carabinieri: quest’ultimi, intervenuti, l’hanno liberata.
Come riportato dai verbali dell’Arma, la donna sarebbe stata tenuta segregata in casa dalla famiglia per impedirle di frequentare il fidanzato a causa della diversa fede religiosa.
Alla giovane, di origine straniera come il fidanzato, vent’anni circa, era stato tolto il cellulare e poteva uscire di rado e solo in compagnia. Per inviare la mail avrebbe approfittato dell’uso del pc consentitole per la dad.
Nella mail ai carabinieri si era presentata come “una ragazza pakistana, reclusa in casa dai propri familiari per impedirle di frequentare il proprio fidanzato”, di origine indiana.
Avrebbe anche scritto, riferiscono i militari, che se non avesse chiuso la relazione “i suoi parenti erano pronti a riportarla con la forza” in Pakistan o a “usare la violenza nei confronti suoi e del fidanzato, sino addirittura a minacciarli di morte”. La giovane avrebbe poi motivato l’opposizione dei suoi parenti per la diversa fede: lei musulmana, lui indù.
I carabinieri si sono così presentati a casa della ragazza e adducendo un motivo pretestuoso per non far insorgere sospetti nei familiari l’hanno condotta in caserma. Alla conferma dell’invio della mail, la giovane avrebbe spiegato della relazione con un ragazzo indiano. Al momento in cui la sua famiglia aveva saputo della relazione l’avrebbero segregata la in casa, privandola del telefono cellulare e dei documenti d’identità, consentendole di uscire solo laddove assolutamente necessario, e solo accompagnata dai fratelli, al fine di accertarsi che non incontrasse più il fidanzato.
I Carabinieri stanno svolgendo ulteriori indagini per approfondire i contorni della vicenda, e definire con esattezza le responsabilità dei singoli familiari.
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