Quando qualcuno ci lascia, giusto o sbagliato che sia, sono le cose materiali che gli sono appartenute a tenere vivo una parte del ricordo. E’ un meccanismo che a volte aiuta a sedimentare il dolore e trasformarlo, se e quando possibile in altro. Ecco perché se qualcuno porta via, non autorizzato, qualcosa che è appartenuto a chi non c’è più, il dolore si raddoppia, non per il valore materiale di ciò che è staro rubato, ma per ciò che rappresenta.
E ad una settimana dalla dolorosa scomparsa di Fabio Plastino, poliziotto della Questura di Catanzaro morto improvvisamente a 52 anni, ignoti hanno sottratto la sua barca gialla, battezzata come “Tsunami”.
I familiari, già provati per quanto accaduto, nelle scorse ore hanno fatto la triste scoperta che ha aggiunto frustrazione al dolore che stanno vivendo.
L’appello è alla restituzione della piccola imbarcazione che riporterebbe a casa un pezzetto di Fabio, nel ricordo di ciò che quel rappresentava per lui e nel cuor e di chi lo ha amato.
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