Difficile pensare che, se si ha l’idea di commettere un furto, esista un luogo meno adatto di una caserma dei carabinieri, di un commissariato o di un tribunale. Insomma di un posto dove, per definizione, la legge viene applicata e fatta rispettare.
Eppure, secondo il carabiniere della stazione di San Basilio che lo ha denunciato, un 32enne di origini bulgare avrebbe provato a mettere a segno il colpo. È necessario riavvolgere il nastro e tornare a due giorni fa, ossia a sabato 29 luglio. Sono le cinque del pomeriggio di una Roma avvolta dal grande caldo di questa estate. Un uomo, come gli ha imposto il tribunale, si presenta alla caserma dei carabinieri per firmare.
È infatti sottoposto all’obbligo di presentazione alla polizia di giudiziaria, una misura che si è guadagnato a causa di un precedente per droga. Stando a una prima ricostruzione varca l’ingresso, il militare gli passa il foglio su cui dovrà apporre il suo nome e cognome e si appoggia sul tavolo della sala d’attesa per completare la consueta procedura.
Prima di andarsene, tuttavia, secondo il maresciallo che lo ha denunciato si è infilato in tasca un iPhone 14 plus – dal valore di circa mille euro – che il carabiniere aveva lasciato sul tavolino. Passano pochi istanti dall’uscita dalla caserma e il militare si accorge subito di essere rimasto senza cellulare. Una breve indagine degli investigatori svelerà poi l’arcano: le telecamere di videosorveglianza della caserma immortalano il 32enne mentre afferra lo smartphone e lo porta con sé.
I carabinieri bloccano dunque la possibilità di effettuare chiamate in uscita dal cellulare, facendo sì che le telefonate all’iphone possano soltanto arrivare. Grazie a un’applicazione apposita, riescono poi a geolocalizzare il telefono e a capire che si sta spostando in direzione di Torre Angela. Una telefonata confermerà agli uomini dell’Arma che il cellulare è nelle mani del 32enne. Secondo i militari voleva rubarlo.
L’uomo si è invece giustificato affermando di non averlo preso intenzionalmente: “quando mi sono poggiato sul tavolo per firmare ho svuotato le tasche – ha raccontato – ho poggiato le cose sul tavolo e, quando sono andato via, ho rimesso tutto in tasca senza accorgermi di aver preso un telefono non mio”. Fatto sta che, intorno alle 18, la storia si è conclusa con il denunciato che ha riconsegnato il cellulare, tornato dunque al legittimo proprietario, mentre la denuncia è finita nelle mani del pubblico ministero.