Roma: quasi 1.300 dipendenti in isolamento. Atac in crisi di autisti chiede aiuto all’Esercito

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Atac chiama l’Esercito. Il picco di contagi tra le truppe dei conducenti spinge la partecipata del Campidoglio a mandare un Sos alla Prefettura: servono soldati da spedire al volante dei bus e alla guida dei treni. Non quelli della metro, per cui i conducenti militari non avrebbero l’abilitazione, ma almeno per i convogli della ferrovia urbana Roma-Lido.

Quarantene a Roma, Atac in crisi di autisti
Una delle linee più disastrate d’Italia, che dopo le corse cancellate in batteria prima di Natale per mancanza di treni (ora parzialmente recuperati e rimessi sui binari), si ritrova nei guai per carenza di personale. L’idea di chiamare le forze armate è già stata discussa in alcune riunioni interne nel quartier generale della società comunale, in via Prenestina. Al Messaggero, conferma l’ipotesi il direttore generale di Atac, Franco Giampaoletti: «Il numero di autisti contagiati e sottoposti ad isolamento per contatti diretti con i positivi è in forte crescita. Finora siamo riusciti a gestire le assenze, senza che avessero un impatto sul servizio. Ma se il trend di aumento è questo, a breve diventerà impossibile evitare i tagli alle corse, in assenza di rimpiazzi».

Le soluzioni
Che fare dunque? «Stiamo studiando la possibilità di chiedere all’Esercito un gruppo di militari abilitati a guidare veicoli con la stessa categoria d’immatricolazione dei nostri autobus. Per quanto riguarda il comparto metro-ferro invece, gli unici treni che potrebbero guidare, in base ai dati di cui siamo a conoscenza, sono i convogli della Roma-Lido». La tratta per Ostia, solitamente iper affollata. I tempi: Atac è pronta a chiedere il via libera all’operazione Forze armate alla Prefettura nei prossimi giorni. Il colosso comunale ha già contattato Palazzo Valentini, con la proposta di convocare un tavolo di confronto.

Il protocollo
Dopodiché andrà steso in tutta fretta un protocollo con la Difesa, che fissi i costi dell’operazione, la polizza assicurativa per i militari coinvolti e la durata della convenzione. Altre soluzioni sono state vagliate, ma non sono praticabili a stretto giro. Giampaoletti, con l’ostilità dei bellicosi sindacati interni, a dicembre ha lanciato un avviso pubblico per arruolare autisti interinali: esterni “a chiamata” da piazzare al volante in caso di defezioni improvvise e massicce tra i conducenti dell’Atac. Ma i tempi della burocrazia sono lunghi, la gara deve ancora essere aggiudicata e prima che sia pienamente operativa toccherà aspettare maggio-giugno. Insomma, il battaglione degli interinali sarà spendibile, nel migliore dei casi, per coprire le ferie estive degli autisti comunali.

I numeri
Nel frattempo ci sono gli effetti della quarta ondata del Covid, il dilagare dei contagi causati da Omicron. Tra gli 11mila dipendenti dell’Atac, quasi 1.300 sono in isolamento: 528 positivi e 731 in quarantena fiduciaria dopo essere entrati in contatto con persone infette. «Per ora reggiamo – riprende il dg Giampaoletti – ma in poche settimane, se la curva continua a salire a questo ritmo, saremo inevitabilmente in difficoltà». È un problema che investe tante aziende, non solo nel settore del trasporto pubblico. All’Atac temono però che uno sciagurato taglio alle corse impatti sulle lezioni in classe: con ancora meno bus in circolazione, un ritorno alla Dad potrebbe diventare inevitabile. Ecco perché dal cilindro di via Prenestina, tirano fuori la carta dell’Esercito. Una soluzione d’emergenza, per evitare che la crisi diventi, nel volgere di pochi giorni, ingovernabile.

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