Una giornata di tensione e violenza si è consumata all’interno del carcere romano di Regina Coeli, dove i detenuti hanno dato vita a una vera e propria guerriglia.
La protesta, scoppiata in mattinata, ha visto un gruppo di detenuti della prima sezione iniziare a distruggere le strutture e dare fuoco a diversi oggetti, tra cui fornelli da campeggio. Protesta che sembrerebbe scaturita quando nella Seconda sezione dei detenuti con i fornelli da campeggio hanno dato fuoco ad altri 3 compagni di cella, che sono stati portati in ospedale. Secondo quanto si apprende uno dei tre ustionati sarebbe in gravi condizioni.
La situazione è rapidamente degenerata: i detenuti hanno vandalizzato intere aree del carcere, lanciato oggetti infuocati e preso di mira la polizia penitenziaria con olio bollente. Si sono barricati all’interno della struttura, rifiutandosi per ore di rientrare nelle celle.
L’ondata di violenza si è estesa anche al secondo piano, dove sono state distrutte telecamere e controsoffitti, provocando un blackout di diverse ore.
Non si segnalano feriti, ma i danni sono ingenti e alcune aree del carcere sono state dichiarate inagibili. I detenuti hanno inoltre lanciato spazzatura, pezzi di ferro e scaricato un estintore dalle finestre, oltre ad appiccare un incendio in un ufficio al secondo piano.
Attualmente, Regina Coeli ospita 1.154 detenuti, ben oltre la capienza prevista di 628. La protesta sembra essere stata innescata proprio dal sovraffollamento e dalla mancanza di opportunità lavorative.
Polizia Penitenziaria di Regina Coeli allo stremo
Da un lato il sovraffollamento, dall’ altro la carenza di organico della Polizia Penitenziaria. Agenti costretti a turni massacranti, impegnati nella vigilanza di più sezioni contemporaneamente, senza strumenti e mezzi per contrastare gli episodi di violenza sempre più frequenti.
Situazione esplosiva anche nel circuito minorile
Sono rientrati nelle prime ore di stamane i disordini scoppiati ieri nell’istituto penale minorile ‘Beccaria’ di Milano. La struttura ha subito danni ingenti. Nel corso dei disordini, cui avrebbero preso parte tutti i 58 reclusi presenti, diversi hanno tentato di evadere, ma dopo ore di ricerche sono stati tutti rintracciati all’interno del perimetro che delimita il carcere
Un vecchio detto dice pumidor pumidor ognuno a casa loro.