Rivelati in chat i particolari della malattia, carabiniere querela il collega

Apre la porta ai carabinieri con in mano il telefono che aveva rubato
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Ha querelato il collega che in una chat di gruppo ha rivelato particolari sul suo stato di salute. La vicenda che, salvo retromarce, rischia di finire davanti al giudice, coinvolge due carabinieri in servizio a Prato e risale allo scorso 16 gennaio quando, nel corso di una conversazione in una chat Telegram aperta ad una trentina di militari, sono emersi i motivi dell’assenza dal lavoro per malattia.

La ‘pubblicità’ non soltanto non è stata gradita, ma è anche stata ritenuta una violazione della privacy tanto che il carabiniere non ha perso tempo e si è immediatamente rivolto ad un avvocato per confezione la querela contro il collega.
Sull’episodio interviene il Nuovo sindacato carabinieri (Nsc): “Quello che è successo – il commento del segretario regionale, Nizar Bensellam Akalay – è molto grave.

Il collega ha visto violare i dati sensibili relativi alla propria condizione di salute con la divulgazione della diagnosi di malattia e ciò senza che vi fosse un motivo necessario”. Il sindacato critica l’uso dei social che talvolta viene fatto e richiama la circolare sull’uso consapevole diffusa dal Comando generale dell’Arma: “E’ la circolare più ignorata e violata della storia dell’Arma dei carabinieri atteso che ormai tutti i comandanti di reparto, compresi gli ufficiali, utilizzano le varie piattaforme tecnologiche per impartire ordini e disposizioni. Quello che è successo a Prato necessita di approfondimenti e chiarimenti”.
I carabinieri attestano la loro malattia attraverso un sistema di ‘doppio certificato’, introdotto proprio per tutelare la privacy: “Lo scopo – conclude il Nsc – è proprio salvaguardare la diagnosi dello stato di malattia”.

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