rissa tra detenuti e un agente della polizia penitenziaria che finisce con un braccio ingessato. Giornata concitata, quella del 14 novembre, all’interno del carcere per minori di Milano, Cesare Beccaria. Ad avere la peggio stando alla denuncia di Uilpa polizia penitenziaria, è proprio un poliziotto che insieme ad altri colleghi cercava di sedare la scazzottata.
Da quello che trapela, secondo le prime ricostruzioni, l’agente avrebbe cercato di dividere i litiganti. “È stato raggiunto da alcuni colpi che lo hanno costretto a una puntuale visita a un pronto soccorso cittadino”, scrive Uilpa. Per il poliziotto della penitenziaria ferito un braccio ingessato e, almeno, 10 giorni di referto.
“Nell’augurio e speranza – prosegue la nota del sindacato – che non debbano esserci strascichi e complicazioni sanitarie nella convalescenza porgiamo la massima solidarietà al collega coinvolto. Nell’esprimere un augurio di pronta guarigione all’agente intervenuto, nel sottolineare il senso del dovere e spirito di sacrificio che sono diventati stati d’animo prima ancora che parole, che accompagnano la quotidianità di tutti i poliziotti penitenziari nello svolgimento del servizio, non si può non porre in essere alcune giuste riflessioni sulla vicenda.
La Uilpa polizia penitenziaria da tempo sostiene che sia necessario procedere a un attenzionamento concreto ad evitare eventi critici e un aumento degli organici su tutto il territorio nazionale compreso quelli del comparto minorile”.
“La questione sicurezza e il processo dell’esecuzione penale (che non può non passare dalla sicurezza appunto e dalla rieducazione) non possono prescindere dal dare le giuste risorse e strumenti idonei a chi, in prima linea, si trova a rappresentare lo Stato e a servire la cittadinanza. Così come non si può non sottolineare come sia fondamentale offrire agli operatori penitenziari un protocollo operativo d’intervento, tale da togliere ogni margine di incertezza e offrire linee guida precise”, concludono.