Si è svolto a Palazzo Vidoni l’incontro tra i ministri Renato Brunetta (Pubblica amministrazione), Luciana Lamorgese (Interno), Daniele Franco (Economia) e in videocollegamento Marta Cartabia (Giustizia) e Lorenzo Guerini (Difesa) sul rinnovo del contratto del comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico. Nella riunione è stata registrata la volontà dei ministri di colmare la differenza degli stanziamenti per gli aumenti contrattuali tra il comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico e il restante pubblico impiego.
Al tavolo politico non si è discusso solo della disponibilità delle risorse per raggiungere l’obiettivo dell’aumento del 4,07 per cento degli stipendi e colmare così la differenza negli stanziamenti per gli incrementi contrattuali esistente tra il comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico e il restante pubblico impiego.
Nella discussione tra i vari ministri competenti si sono affrontati anche temi annosi come la creazione di una previdenza complementare dedicata per questi settori, all’interno di un più ampio “pacchetto specificità” del comparto.
Inoltre, tra i vari temi emersi ci sono stati anche quello relativo al finanziamento del contratto del comparto Vigili del Fuoco e soccorso pubblico e dell’area negoziale dei dirigenti di sicurezza e difesa.
In particolare, rispetto alla situazione dei Vigili del Fuoco si può ricordare che ancora non godono di un’assicurazione Inail per le malattie professionali non riconosciute. Altro corpo piuttosto penalizzato è quello della Polizia penitenziaria che vive una situazione oltremodo difficile in carceri sovraffollate, con la perdurante pandemia di Coronavirus e il fenomeno grave dei suicidi di detenuti ed agenti.
Proprio questo Corpo deve affrontare nell’ambito del rinnovo del contratto questioni assai delicate come il congedo per le donne vittima di violenza, la tutela per le gravi patologie e appunto il contrasto al fenomeno suicidario.
L’iniziativa di fissare un tavolo politico sui contratti del comparto sicurezza, partita dal Ministro Brunetta, è stata apprezzata dal fronte sindacale confederale che dopo la firma del Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale avvenuta il 10 marzo non ha visto particolari sviluppi concreti sul versante dei rinnovi contrattuali del pubblico impiego.
In particolare, l’iniziativa di Brunetta ha ricevuto il plauso della Fp Cgil che tuttavia in una sua nota ha sottolineato anche la necessità di individuare le:
“risorse economiche per continuare la rivalutazione delle retribuzioni tabellari, solo avviata con il contratto 2016/2018 dopo 10 anni di blocco, e poi quelle per riconoscere finalmente la previdenza complementare alle donne e agli uomini in divisa, a oltre vent’anni dall’introduzione del sistema contributivo. Va poi completata la revisione delle indennità, il trattamento di missione, l’istituto del buono pasto e della retribuzione delle prestazioni di lavoro straordinario. Tutti obiettivi che con le risorse della legge di bilancio 2021 non sono realizzabili”.
Insomma di carne al fuoco per quel che riguarda il confronto per il rinnovo di questo comparto del pubblico impiego ce n’è davvero ancora molta.
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