Poliziotti sono finiti nel mirino della Procura di Vicenza, indagati e rinviati a giudizio con le pesanti accuse di abbandono di servizio, falso ideologico e truffa ai danni dello Stato
Dopo aver sorpreso un individuo in flagrante reato per spaccio e averlo condotto alla Questura di Vicenza, dove è stato rinchiuso in una cella di sicurezza, due agenti si sono trovati sotto inchiesta da parte della Procura.
Poliziotti sono accusati di abbandono di servizio, falso ideologico e truffa ai danni dello Stato
La vicenda risale a tre anni fa, quando, durante un turno di pattuglia, i due agenti hanno intercettato una transazione di droga e fermato immediatamente il presunto spacciatore. Dopo averlo condotto in Questura, le versioni degli eventi divergono.
Secondo l’accusa, i poliziotti si sarebbero allontanati dal luogo di lavoro per un prolungato pranzo a casa di un’amica, senza eseguire gli accertamenti necessari come perquisizione e fotosegnalamento del detenuto.
La versione dei poliziotti
Affermano invece gli agenti che tutto è stato svolto secondo la procedura, sostenendo di essersi allontanati solo successivamente, per un breve periodo, mentre attendevano la decisione del procuratore.
L’accusa sostiene che i due avrebbero manipolato gli orari nel verbale, abbandonato il servizio e tratto profitto indebito per il tempo non lavorato.
Gli agenti respingono tali accuse, dichiarando di aver adempiuto a tutti gli obblighi immediatamente e di essersi allontanati solo per brevi pause durante un turno prolungato. Il processo avrà luogo l’anno successivo, dopo che il Gip ha deciso il rinvio a giudizio.