“L’introduzione di nuovi reati e l’inasprimento di pena per quelli già contemplati nei confronti delle forze militari, non giustificato da alcuna recrudescenza di comportamenti devianti, è inaccettabile e mina alle fondamenta chi, ogni giorno, con grande difficoltà presta servizio con dedizione per la sicurezza dei cittadini e dello Stato, rischiando la vita anche fuori i confini nazionali”.
[sc name=”pubblicit” ][/sc]L’accusa in una nota del Questore della Camera dei Deputati di Fratelli d’Italia, Edmondo Cirielli: “In sede di esame in Commissioni riunite Giustizia e Difesa della Camera dei deputati delle due proposte di legge, di cui una a mia firma in materia di modifica della nozione di reato militare, i relatori della maggioranza governativa hanno stravolto il testo originario propinando modifiche del codice penale militare di pace secondo un metodo parziale e frammentario, certamente distante dalla avvertita e unanime esigenza di una riforma organica e razionale del codice medesimo e della ripartizione di competenza tra giurisdizione ordinaria e militare, finalità invece perseguite dalla formulazione originaria di entrambe le proposte Cirielli e lo stesso Aresta.
La riproposizione nel codice penale militare di pace in via del tutto frammentaria di nuovi singoli reati, meramente mutuati dal codice penale ordinario, non risolve la questione del corretto riparto di competenze tra giudice ordinario e militare, anzi ha come unico obiettivo aumentare la competenza dei magistrati militari al fine di giustificare la loro esistenza; altro che razionalità del sistema penale!