Ha ottenuto il riconoscimento di vittima del dovere dopo 34 anni un poliziotto viterbese rimasto ferito nel 1988 durante un’operazione antidroga che coinvolgeva la banda della Magliana.
Il poliziotto, arrestato ingiustamente per spaccio nel 2005 e completamente prosciolto dopo 11 anni. E’ stato anche risarcito per un anno e mezzo di ingiusta detenzione.
Lo scorso 8 giugno ha invece ottenuto dal giudice del lavoro del tribunale di Viterbo il riconoscimento di vittima del dovere.
Si tratta di un poliziotto viterbese, oggi 62enne, che era in servizio alla squadra mobile di Roma quando, nel 2005, fu ingiustamente accusato di essere uno spacciatore nell’ambito di una vicenda che ha avuto risonanza mediatica perché ha coinvolto pentiti, politici e altri esponenti della dirigenza della polizia di stato di Roma.
Un calvario giudiziario che si è concluso in primo grado nove anni dopo, nel 2014, con la piena assoluzione, diventata definitiva nel 2016. Risale invece al 4 luglio 2017 il risarcimento da parte della corte d’appello di Roma per l’ingiusta detenzione, dal momento che l’uomo finì un anno in carcere e poi altri sei mesi agli arresti domiciliari.
L’8 giugno, difeso dall’avvocato Simone Negro del foro di Viterbo, ha ottenuto a distanza di 34 anni dai fatti il riconoscimento di vittima del dovere.
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Era il 23 novembre 1988 quando, durante l’inseguimento di alcuni malviventi, fu raggiunto da un colpo di arma da fuoco che gli ha trapassato il braccio sinistro cagionando una rilevante lesione con abbondante perdita di sangue
“Un riconoscimento che ne fa una sorta di ‘eroe nazionale’, tanto più rilevante se si considera la vicenda umana, personale e professionale del mio assistito”, commenta l’avvocato Negro.
Di Furio, nel 1988, fu vittima del fuoco amico durante un servizio antidroga, nel corso dell’inseguimento di alcuni malviventi datisi alla fuga a bordo di un motociclo, nello svolgimento di una attività di contrasto della criminalità e nel corso di un servizio di ordine pubblico.