La revoca degli arresti domiciliari al poliziotto Federico Tomaselli ha riaperto la discussione sull’opportunità di dotare tutti gli agenti di body-cam. Le immagini registrate dalla telecamera portata sulla divisa dall’agente, insieme ad altri riscontri tecnici, hanno permesso di rivedere le tesi accusatorie su Tomaselli.
La body-cam è dunque stata uno strumento di garanzia per il poliziotto, che era stato arrestato nel giugno scorso nell’ambito dell’inchiesta sui presunti abusi compiuti nella questura di Verona.
Tomaselli è stato uno dei primi agenti arrestati dopo l’indagine interna compiuta dalla polizia scaligera. L’agente era stato accusato di aver usato violenza e di aver torturato un uomo che era stato fermato durante un pattugliamento.
Ma grazie ai dati forniti tramite i suoi legali difensori, comprese le immagini della body-com, è emerso che Tomaselli non era neanche presente in questura quando gli abusi venivano compiuti sulla vittima.
«Questo conferma quanto sosteniamo da oltre 10 anni: tutti gli operatori che svolgono attività di polizia giudiziaria e controllo del territorio dovrebbero essere dotati di telecamere e body-cam», ha commentato ad Agenparl Stefano Paoloni, segretario generale del sindacato di polizia Sap.
«Gli agenti delle volanti non hanno body-cam e se le hanno sono private – ha spiegato Paoloni – E noi ne sollecitiamo la necessità dal 2013, quando abbiamo lanciato una campagna provocatoria regalando spy-pen ai nostri associati, per consentire a chi veniva ingiustamente accusato di dimostrare la propria innocenza».
Paoloni ha inoltre aggiunto che spesso il personale di polizia limita i propri interventi «anche quando potrebbe essere previsto l’uso legittimo della forza» e questo perché «vi è il timore di una controdenuncia».«Anche questa è un’ulteriore dimostrazione che con le body-cam si può garantire trasparenza e maggiore efficacia del nostro agire», ha concluso il segretario del Sap.