Ha preso a pugni e schiaffi un poliziotto. Ma era in borghese e lei non lo sapeva, motivo per il quale il tribunale l’ha assolta perché il fatto non costituisce reato. Si conclude senza colpevoli il processo a carico di una ventiduenne piombinese e del padre, imputati per resistenza a pubblico ufficiale, punito da sei mesi a cinque anni di reclusione.
Anche il genitore, infatti, è uscito pulito dal procedimento. Il caos, risalente a uno dei primi giorni in cui era possibile uscire liberamente dopo il periodo più duro della quarantena.
I fatti
È da poco trascorsa la mezzanotte fra il 19 e il 20 giugno del 2020 quando il quarantasettenne è fuori dal locale con una delle figlie, un anno di età, in braccio. La presenza della minore è il motivo per il quale il giornale “Il Tirreno” non rende identificabili le persone coinvolte in questa vicenda. «Visibilmente ubriaco – scrivono nella loro relazione gli agenti del commissariato di polizia – inciampa su una delle fioriere e rovina a terra insieme alla piccola, che piangendo inizia a perdere una piccola quantità di sangue dal naso». La bambina, per fortuna, non impatta sull’asfalto.
Ma quanto accaduto scatena il caos, con gli altri avventori che iniziano a insultare il padre di famiglia. E scoppia la lite. È a questo punto che si precipitano in forze agenti e militari: ben tre pattuglie fra polizia, carabinieri e guardia di finanza. Che per far visitare la bambina ed escludere eventuali gravi ferite decidono di chiamare il 118.
I disordini
È qui che si sarebbe consumato il reato, poi non ravvisato dal tribunale. Perché il quarantasettenne, vedendo la figlia di un anno sull’ambulanza che nel frattempo ha raggiunto il posto e si mette a urlare, sale a bordo e inveisce contro i sanitari dicendo loro di «non toccarla», scagliandosi poi contro poliziotti e carabinieri che lo stavano immobilizzando ed erano riusciti ad allontanarlo dai volontari. La figlia ventiduenne, invece, poco dopo colpirà con uno schiaffo un viceispettore in borghese del commissariato, «rompendogli la mascherina chirurgica e sferrandogli altri pugni al corpo».
La sentenza
Padre e figlia, tre giorni fa, sono comparsi in udienza davanti al giudice Ottavio Mosti e sono stati assolti. In attesa delle motivazioni, visto quanto emerso nel processo, è probabile che il magistrato abbia ritenuto inconsapevole la donna sul fatto che avesse di fronte un agente della polizia di Stato, visto che in quel frangente concitato di soccorsi e accertamenti da parte delle forze dell’ordine tutti gli altri – carabinieri, finanzieri, ma anche alcuni stessi agenti del commissariato – indossavano la divisa.
Il viceispettore preso a pugni e schiaffi purtroppo no. Per fortuna, dopo essere stato aggredito, non ha avuto bisogno di recarsi in ospedale, visto che stava bene. Analogamente è stato assolto dal reato di resistenza a pubblico ufficiale perché il fatto non sussiste pure il padre della giovane, il quarantasettenne piombinese, che ubriaco di istinto aveva reagito con violenza vedendo la figlia con il medico e i volontari che volevano aiutarlo. Per lui solo una sanzione amministrativa per ubriachezza.
fonte: www.iltirreno.it