Provvedimento di fermo per due carabinieri a Varese: avrebbero ferito un pusher

figlio comandante carabinieri Pescara

Carabinieri – Tentato omicidio. E’ l’accusa nei confronti di due carabinieri nei confronti dei quali è stato emesso un provvedimento di fermo dalla procura di Varese: i due avrebbero avuto un ruolo nell’accoltellamento di un giovane cittadino extracomunitario trovato poco dopo la mezzanotte fra venerdì e sabato da alcuni passanti lungo via Rosselli a Castiglione Olona.

Nei confronti dei due militari, il Comando generale dell’Arma ha disposto l’immediata sospensione dal servizio.

Il giovane, che non è ancora stato identificato perché non aveva documenti con sé, era stato ferito da più colpi d’arma da taglio.

Subito dopo l’aggressione c’è stata la chiamata al 112 e sul posto sono arrivati i mezzi di soccorso e i carabinieri della Compagnia di Saronno che hanno subito dato il via alle indagini. Accertamenti che hanno portato al fermo dei due militari in servizio nella compagnia carabinieri di Luino, sempre in provincia di Varese.

A comunicare il fermo che è stato il procuratore di Varese, che sta coordinando le indagini, con una nota ufficiale.

Secondo quanto ricostruito i due carabinieri, “liberi dal servizio e in assenza di alcun ordine d’impiego, sarebbero intervenuti in un’area boschiva dove era in corso una presunta attività di spaccio di stupefacenti”, si legge nel comunicato diffuso dall’autorità giudiziaria.

I boschi che si allargano nella zona di via Rosselli a Castiglione, così come la quasi totalità delle aree boschive della provincia di Varese, sono teatro del cosìddetto “spaccio nei boschi”.

I pusher organizzano bivacchi nel fitto della boscaglia, con tanto di sentinelle pronte ad avvertire dell’arrivo delle forze dell’ordine, ricevono le ordinazioni per telefono e consegnano lo stupefacente al cliente al limitare della boscaglia.

Cosa sia accaduto nella notte tra venerdì e sabato è ancora in fase di ricostruzione e il riserbo degli inquirenti è massimo.

“La vittima dell’accoltellamento, in corso di identificazione e ancora ricoverata in prognosi riservata presso l’ospedale di Varese, sarebbe entrata in contatto con i militari e a seguito di una colluttazione si sarebbe verificato l’episodio violento, i cui contorni sono tuttora al vaglio della Procura della Repubblica”, si legge nella nota dei magistrati. I due militari saranno sentiti nelle prossime ore dal Gip per la convalida del fermo.

Nella nota la Procura sottolinea anche che quanto accaduto “non inficia l’ottimo lavoro fatto dall’Arma nel contenimento del fenomeno dello spaccio nei boschi e l’incessante lavoro sviluppato dai Carabinieri e dagli squadroni cacciatori impiegati da oltre un anno nella Provincia di Varese”.

La Procura varesina, tra l’altro, nel febbraio 2023 aveva indagato un sottoufficiale dell’Arma, sempre in servizio nella compagnia di Luino per l’omicidio di Rachid Nachat, 34enne di origine marocchina, ucciso da un proiettile di gomma sparato da un fucile a canne mozze a Castelveccana, sempre in un bosco teatro di spaccio.

Nachat, a quanto pare, non era un pusher ma un acquirente. L’inchiesta per il suo assassinio è tutt’ora aperta.

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