Avrebbero dovuto dare corso ad uno sfratto da un’abitazione occupata abusivamente. Sono stati aggrediti e sono finiti al pronto soccorso dell’ospedale “Barone Lombardo” di Canicattì. Si tratta di tre carabinieri che dovevano, appunto, eseguire, assieme ad un ufficiale giudiziario, un’ordinanza di sfratto emessa dalla sezione civile del tribunale di Agrigento.
Uno dei componenti della famiglia che avrebbe occupato abusivamente l’abitazione di contrada San Gaetano, è stato arrestato in flagranza di reato. Si tratta di un disoccupato canicattinese ventiquattrenne che dovrà, adesso, rispondere delle ipotesi di reato di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali dolose. Su disposizione del sostituto procuratore di turno, titolare del fascicolo d’inchiesta immediatamente aperto, il ventiquattrenne è stato trattenuto nelle camere di sicurezza della stazione dei carabinieri di Villaggio Mosè, in attesa appunto del giudizio con rito direttissimo.
A mezzogiorno circa di mercoledì, i tre carabinieri della stazione di Canicattì – assieme all’ufficiale giudiziario – dovevano eseguire lo sfratto disposto con ordinanza del tribunale di civile di Agrigento.
C’era del resto da liberare un’abitazione occupata abusivamente. Ma i tre militari dell’Arma sono stati aggrediti e coinvolti in una vera e propria colluttazione. Un componente della famiglia che ha occupato abusivamente la residenza, il ventiquattrenne, è stato, appunto, arrestato in flagranza di reato, mentre il resto della famiglia si è asserragliata nella residenza, vanificando, di fatto, la procedura esecutiva.I tre carabinieri aggrediti sono finiti al pronto soccorso dell’ospedale “Barone Lombardo” dove i medici, dopo tutti gli accertamenti sanitari ritenuti necessari, hanno diagnosticato lesioni guaribili in 10 giorni per un militare dell’Arma e in 5 giorni invece per gli altri due.
Il ventiquattrenne arrestato dovrà rispondere delle ipotesi di reato di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali. Dopo l’arresto in flagranza di reato e le formalità di rito, svolte nella caserma dei carabinieri di Canicattì, l’indagato è stato trasferito – su disposizione del sostituto procuratore di turno, titolare del fascicolo d’inchiesta subito aperto – nelle celle di sicurezza della stazione dell’Arma del Villaggio Mosè dove dovrà restare, appunto, fino al giudizio per direttissima.
Appare scontato – ma non ci sono date ufficiali al riguardo – che nei prossimi giorni, altri carabinieri della stazione di Canicattì si premureranno di eseguire l’ordinanza di sfratto, di fine maggio 2022, del tribunale civile di Agrigento. Anche perché, a prescindere dall’arresto del ventiquattrenne, il resto della famiglia è rimasta asserragliata proprio in quell’abitazione che dovevano – e anche rapidamente – liberare.
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