I presunti saluti romani fatti alla festa di fine anno mercoledì scorso da alcuni allievi della Scuola marescialli e brigadieri di Firenze sono durati pochi secondi, giusto il tempo per essere ripresi da un telefonino, mentre si brindava all’arrivo della torta tricolore sulle note dell’inno di Mameli: è la versione che dell’episodio dà Il Tirreno.
Nelle immagini, una volta a disposizione, in realtà le braccia tese sono pochissime, due o tre, rispetto al folto gruppo di allievi che partecipava alla festa e che forse non hanno nemmeno notato quello che accadeva alle loro spalle. Qualcuno ha alzato il braccio sinistro, che non è propriamente quello usato da chi inneggia al Fascismo.
Saluto romano? Macche, secondo i carabinieri è tutto un equivoco.
Le riprese sono finite sui social e sono state postate anche nelle storie della pagina del locale dove i ragazzi festeggiavano la fine dei corsi, l’Overfit, tra i quartieri di Mantignano e Isolotto e poi prontamente rimosse non appena notato il gesto fascista. Sulla vicenda i carabinieri hanno informato la Procura della Repubblica di Firenze.
Gli stessi carabinieri, però, smentiscono che quelli ripresi fossero saluti romani, fatti durante “una cena in amicizia tra allievi della Scuola Marescialli e Brigadieri di Firenze, liberi dal servizio e in abiti civili. Nel citato video sono ripresi alcuni giovani allievi della Scuola, mentre nell’atto di tagliare una torta decorata con il tricolore, intonano l’inno d’Italia per festeggiare la fine del corso – precisa l’Arma – L’atteggiamento evocherebbe il saluto fascista, mentre dalla visione del filmato è evidente che il gesticolare dei giovani è quello tipico dei cori da stadio, atteggiamento comune a quello tenuto da tanti coetanei nelle più disparate circostanze.
Ciò è immediatamente comprensibile dalla postura delle braccia dei ragazzi e dal fatto che molti di loro recano in mano il proprio telefono cellulare o dalla circostanza che altri alzano entrambe le braccia ovvero solo quello sinistro, accompagnando ritmicamente il movimento con il canto. Al fine di assicurare la massima trasparenza e a tutela dell’immagine dell’Arma – conclusono i carabinieri – il video è stato trasmesso all’Autorità Giudiziaria per tutte le valutazioni di competenza, anche in ordine alla prospettazione mediatica del fatto”.