La ’vendetta’ delle penne nere. Finiti alla gogna per i casi di presunte molestie durante i giorni dell’Adunata nazionale a Rimini, gli alpini ora passano al contrattacco. E querelano chi ha riversato tonnellate di fango sul corpo degli alpini e sull’evento di Rimini.
Quattro, fin qui, le persone individuate e denunciate per diffamazione dai legali dell’Ana, l’associazione nazionale degli alpini.”
A due il provvedimento è gia stato notificato, agli altri arriverà a giorni– precisa Massimo Cortesi, portavoce di Ana– Le persone querelate sono un politico, un giornalista e due soggetti che hanno offeso il corpo e l’associazione, rappresentando tutti gli alpini come ubriaconi e molestatori. Ma siamo solo all’inizio”. Nessuno dei denunciati, va detto, è riminese.
L’Ana ha atteso alcune settimane, prima di passare alle vie legali. Anche per vedere gli sviluppi dell’inchiesta sugli episodi di presunte molestie avvenuti a Rimini dal 5 all’8 maggio, giorni in cui si è svolta l’Adunata. Fin qui l’unica denuncia circostanziata è stata quella presentata ai carabinieri da una riminese di 26 anni.
La ragazza aveva raccontato ai militari di essere stata seguita, accerchiata e strattonata da tre uomini di mezza età con il cappello da alpini vicino a piazzale Fellini durante il pomeriggio del 7 maggio, mentre passeggiava con un’amica. La Procura di Rimini ha aperto un’indagine, sono stati visionati i filmati delle telecamere della zona ma, come annunciato dal procuratore capo Elisabetta Melotti, è stata l’archiviazione “per l’impossibilità di identificare i molestatori”.
I legali dell’Ana stanno valutando anche la posizione dell’associazione’Non una di meno’, collettivo femminista che ha portato alla luce i casi di presunte molestie, raccogliendo le segnalazioni tramite i social e non solo. Per Sebastiano Favero, il presidente dell’associazione nazionale degli alpini, “resta una grande amarezza per vicenda.
Avevamo invitato tutti alla prudenza dopo le prime segnalazioni di presunte molestie a Rimini. Purtroppo c’è chi ha generalizzato offendendo e condannando l’intero Corpo degli Alpini per i comportamenti di alcuni. Comportamenti che, va sottolineato, sono tutti ancora da accertare”.
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