Correva dalla fidanzata per portarle l’auto. Aveva fretta e per questo non si era fermato all’alt della pattuglia della Polizia stradale lungo via Tonale a Rimini.
Per questo uno degli agenti sparò 4 colpi di pistola: uno di questi sfondò il lunotto posteriore conficcandosi nel poggiatesta. “Poteva ammazzarmi”, disse da subito il ragazzo al volante dell’auto, un 31enne riminese.
L’episodio risale al giugno 2019, quando il giovane, dopo un inseguimento di qualche centinaio di metri, fu fermato e denunciato per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni. Al termine di un lungo processo ieri il 31enne, difeso dall’avvocato Tiziana Casali, è stato assolto con formula piena “perché il fatto non sussiste”. Così ha deciso il tribunale di Rimini, che ha accolto la richiesta di assoluzione presentata dallo stesso pm Paolo Gengarelli.
La difesa ha dimostrato come il conducente della Lancia Ypsilon quel giorno non avesse affatto cercato di investire l’agente: semplicemente non si era fermato. “La verità è finalmente venuta a galla – dice l’avvocato Tiziana Casali – La vera parte lesa in questo processo era il mio assistito”.
Per l’agente della Polstrada che sparò i colpi contro la macchina, difeso dall’avvocato Piero Venturi, la vicenda si è conclusa a gennaio. Il poliziotto se l’è cavata con un’ammenda da 50 euro e l’estinzione del reato.
Fonte: www.ilrestodelcarlino.it