Nel 2010, un poliziotto ha subito gravi ferite dopo essersi lanciato in un’operazione rischiosa per salvare un giovane rimasto ustionato nell’esplosione di una cabina dell’Enel. Nonostante il suo atto eroico, l’agente è stato premiato solo con un encomio solenne, senza benefici di carriera. Dopo aver presentato un ricorso al Tar, la richiesta è stata respinta.
Il Tribunale Amministrativo Regionale ha sostenuto che l’autorità di polizia ha il diritto a un’ampia discrezionalità nella valutazione delle ricompense, rendendo non censurabile la decisione di conferire un encomio solenne anziché una promozione.
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L’agente ha continuato a sostenere che la decisione era erronea, poiché non aveva tenuto conto del grave pericolo di vita affrontato. Il Consiglio di Giustizia Amministrativa (Cga), pur riconoscendo l’omissione del pericolo di vita nella decisione iniziale, ha ribadito l’alto grado di discrezionalità associato al giudizio.
I giudici amministrativi hanno sottolineato che un singolo episodio, per quanto encomiabile, potrebbe non essere sufficiente a dimostrare la qualifica per una promozione, suggerendo che l’encomio solenne fosse una ricompensa ragionevole per l’atto coraggioso senza garantire automaticamente una promozione alla qualifica superiore. L’agente è stato condannato a pagare le spese legali.