Agente del commissariato di Sassuolo, cinque anni fa aveva salvato un’anziana seguita dal centro di salute mentale che voleva gettarsi dal ponte di Veggia per finire nel fiume Secchia. Lui, che era corso a salvarla, urtando contro il guardrail si era anche fratturato cinque costole, ma non ha ottenuto alcuna «promozione per merito straordinario» come invece proposto dal questore, anche «in ragione del grave pericolo corso» e delle «non comuni qualità morali e doti umane». È stato raggiunto da «encomio solenne». Così l’assistente capo della polizia, in servizio in provincia di Modena, si è rivolto al Tar di Bologna che però ha respinto la sua istanza.
Le motivazioni della sentenza
Nella sentenza emessa il 25 novembre 2021 e pubblicata di recente i giudici del tribunale amministrativo mettono nero su bianco che la polizia, «nel conferire i riconoscimenti ai propri dipendenti, ha ampi poteri discrezionali che possono essere sindacati dal giudice amministrativo solo nei casi in cui l’operato della stessa sia viziato da evidente illogicità, contraddittorietà o per palese travisamento dei fatti».
Circostanze, queste, che nel caso specifico non possono essere prese in considerazione. Eppure, per il collegio, come riportato in sentenza, «sussistono, tuttavia giustificati motivi per disporre la compensazione delle spese di lite tra le parti, tenuto conto della particolarità della materia su cui verte la causa». Una piccola consolazione per l’agente.
La decisione che scontenta l’agentePrima del Tar era stato il Consiglio per le Ricompense per meriti straordinari del ministero dell’Interno a respingere (a maggioranza) la proposta del Questore in merito alla promozione giudicando invece che «l’attività di soccorso pubblico, che rientra tra i compiti istituzionali della polizia di Stato, seppure encomiabile – è stata la motivazione – non si connota per profili di straordinarietà o eccezionalità, ne è maturato in condizioni di grave pericolo di vita, requisiti richiesti per la concessione del massimo riconoscimento premiale».
Ed è per questo che l’assistente capo aveva impugnato sia l’atto del Consiglio (del 2 dicembre 2020) con cui gli è comunque stato attribuito l’encomio, sia il provvedimento del Capo della Polizia -del 22 gennaio 2021- che aveva espresso diniego alla proposta di promozione avanzata dal questore. Tutto finito all’attenzione dei giudici amministrativi regionali.
Uno sforzo comunque inutile per l’agente che comunque non è riuscito ad ottenere l’agognata promozione per quel salvataggio in extremis che è valsa una vita umana.