Poliziitto condannato a quattro anni per pornografia minorile, ma la sua vittima dice di essere innamorata di lui.
La vicenda risale a otto anni fa, quando un poliziotto allora 31enne, conobbe, su un sito di incontri, una ragazza che all’epoca aveva solo 15 anni.
Il poliziotto la invitò a uscire insieme, e la indusse a frequentare con lui locali per scambisti. Visitarono insieme diversi locali, dalla Tuscolana alla Cassia, fino ad Acilia. Qui, in base alla ricostruzione dell’accusa, lui fotografava e filmava i rapporti sessuali, assicurando, a chi glielo domandava, che la ragazza fosse maggiorenne.
Il padre della ragazza lo venne a scoprire, e immediatamente denunciò il poliziotto, che venne sospeso dal servizio e arrestato. Intanto i genitori mandarono la ragazza anni fa a studiare in Germania, per aiutarla a interrompere quella storia controversa e a voltare pagina.
Appena raggiunta la maggiore età, però, la ragazza torna a cercare l’ex poliziotto e a frequentarlo: il loro rapporto non si è praticamente mai interrotto.
Oggi ha 23 anni e vorrebbe sposare il polizotto, con cui ha cominciato a convivere da qualche mese: «Ne sono innamorata» e vede in lui il padre dei suoi figli, come ha chiarito ieri in udienza. Il pm, che aveva chiesto dieci anni, nella sua requisitoria ha parlato di un rapporto «sperequato».
La difesa, ma anche gli stessi protagonisti della vicenda, invece, hanno sottolineato come il legame fosse paritario.
È proprio la ragazza a prendere le difese del poliziotto: «Quando sono stata sentita in Aula avevo chiesto di non condannarlo. È un verdetto ingiusto. Fabio e io ci amiamo. La denuncia la presentò mio padre contro la mia volontà. Fui io a ingannarlo sulla mia età facendogli credere che ero maggiorenne». La donna anche ha ritirato la costituzione di parte civile. E, alla lettura della sentenza di condanna in aula, la giovane è scoppiata a piangere.