Poliziotto penitenziario aggredito da un detenuto in carcere a Brescia: finisce al Pronto soccorso

Aggressioni Polizia Penitenziaria Nuoro

È passato meno di un mese, dall’ultimo episodio di «violenza» in carcere denunciato dal sindacato: era il 19 aprile scorso, quando uno dei detenuti di Canton Mombello — pare con problematiche psichiatriche — diede fuoco alla cella «scatenando fiamme, fumo e panico». Quattro agenti finirono in ospedale. Ieri a mezzogiorno un altro caso. E un altro poliziotto, un ispettore della penitenziaria, trasferito in ospedale per una ferita all’occhio. Presunto responsabile, stando alla ricostruzione dei testimoni, un ospite, ancora una volta uno di quelli non facili da «gestire».

Calogero Lo Presti, coordinatore regionale della funzione pubblica in Cgil, parla di «un’escalation ormai inarrestabile» all’interno dell’istituto bresciano che peraltro, stando al recentissimo report annuale di Antigone, detiene il triste primato per tasso di affollamento, pari al 185%.

Si registra quindi «l’ennesima vittima delle intemperanze di detenuti facinorosi, incontrollabili, psichiatrici e difficilmente gestibili». Una minoranza, certo. Ma pare fosse particolarmente «irascibile» anche il ragazzo che a mezzogiorno «ha scagliato al volto del poliziotto un secchio, procurandogli una lesione seria». Tanto da essere trasportato al Civile. «Avevamo già sollecitato l’amministrazione affinché allontanasse questo detenuto, già responsabile di disordini, minacce, insulti e aggressioni agli agenti, collezionando negli ultimi mesi parecchi rapporti disciplinari e denunce penali», spiega Lo Presti.

Ma «nonostante la sua irrequietezza nulla è stato fatto, anche a fronte delle segnalazioni sindacali». Risultato: «Il personale di polizia si sente abbandonato dall’amministrazione», a cui si chiede di migliorare gli standard di sicurezza sul lavoro. «Lanciamo l’ennesimo grido di aiuto verso il Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria affinché trasferisca subito questo detenuto e, come lui, tutti gli altri che si sono resi responsabili di atti simili». Alla politica, invece, il sindacato chiede «maggiore attenzione ai problemi del carcere senza proclami e slogan. Con i fatti».

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