Poliziotto e volontario si toglie la vita in questura. Eugenio Buono aveva 52 anni e quattro figli

Eugenio Buono Polizia
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Era il «gigante» della Digos, per quella sua altezza sovrastante. Con lui spesso si parlava di sciate sotto il sole, di passeggiate in montagna, di belle serate a cercare osterie sconosciute ma sorprendenti. Aveva una voce tonante e un sorriso sincero. Ieri pomeriggio ha lasciato tutti sgomenti, ognuno col proprio dolore: familiari, amici e colleghi poliziotti. Si è chiuso nel suo ufficio in questura, ha lasciato una lettera sulla scrivania e si è tolto la vita con la pistola d’ordinanza.

Eugenio Buono aveva 52 anni. Quattro figli. Nessuno oggi riesce a comprendere il dramma che stava vivendo. Perché non l’ha mai fatto trasparire, nascondendolo dietro a quel sorriso rassicurante. Assistente capo, era da anni in servizio alla Digos. Era coordinatore del gruppo «Enti Locali», sempre presente in Tribunale a seguire i processi attinenti all’ordine pubblico, ai grandi eventi avvenuti in città, alle questioni legate alla politica e alle istituzioni. Smessi i panni del poliziotto, si dedicava al volontariato. Da tempo era un soccorritore volontario della Croce Verde di Torino, nella sede accanto alla questura. Quasi sempre in ambulanza, di notte. Ed essendo un sciatore esperto, prestava servizio anche sulle piste da sci, al Sestriere, con il soccorso di montagna della Croce Verde. Di domenica, con gli uffici deserti, nessuno ha avvertito lo sparo. Un collega, arrivando al lavoro, ha dato l’allarme. 

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