Il tribunale di Bari in composizione monocratica ha assolto dall’accusa di favoreggiamento personale, “perché il fatto non costituisce reato”, un agente della Polizia di Stato.
L’agente era imputato per il possesso di poco più di 12 grammi di cocaina, di cui aveva ceduto una dose a una donna, e per aver aiutato un uomo arrestato in flagranza per spaccio di droga a eludere le indagini.
Il poliziotto, sentito a sommarie informazioni, ha negato di aver ricevuto la cocaina dall’arrestato.
La Procura aveva chiesto una condanna a otto mesi, ma il tribunale ha ritenuto che nell’acquisto di modiche quantità di droga per uso personale potesse essere applicata un’esimente.
L’acquirente di modiche quantità di sostanze stupefacenti per uso personale non può essere condannato se si rifiuta di fornire alla polizia giudiziaria informazioni sulle persone da cui ha ricevuto la droga se, in concreto, queste informazioni possono determinare nei suoi confronti un grave e inevitabile danno alla sua libertà e al suo onore. Il tribunale ha riconosciuto l’esistenza del danno perché l’imputato avrebbe potuto subire gravi ripercussioni sul lavoro e sulla sua carriera.
La vicenda dell’agente di Polizia, ora in pensione, si conclude dopo sette anni. Nel 2018, era stato nuovamente processato per truffa aggravata e falso ideologico a causa di una vacanza in Albania durante il periodo di malattia. Anche in quel caso è stato assolto, poiché la sua malattia psichiatrica non è stata considerata incompatibile con il periodo di vacanza.