Poliziotto intascò buoni benzina per rivenderli – Tra il 2015 e il 2017, un ex assistente capo della polizia, è stato accusato di essersi appropriato indebitamente di tessere elettroniche e buoni carburante destinati all’Autocentro della Polizia di Stato di via San Marco. il Poliziotto ha rivenduto queste tessere, intascando circa 381.900 euro in totale. Le accuse mosse contro di lui sono di peculato e tentata estorsione, per le quali è stato condannato a 4 anni e 2 mesi di carcere.
Altre Condanne
Oltre al poliziotto sono stati condannati anche altre due persone, entrambe sono stati riconosciute colpevoli di tentata estorsione e condannate a 2 anni e 4 mesi di reclusione, oltre a una multa di 1.700 euro.
Poliziotto e buoni benzina: I Dettagli dell’Indagine
Il poliziotto, che ricopriva il ruolo di responsabile della sezione carburanti, sfruttava la sua posizione per appropriarsi delle tessere e dei buoni carburante della polizia. Successivamente, vendeva le tessere ottenendo circa 6-700 euro a settimana. Un imprenditore, poi accusato di ricettazione, era il principale acquirente delle tessere rubate.
Quest’ultimo si occupava di rivendere le tessere a un gruppo di acquirenti fidati. Le tensioni tra il poliziotto e l’imprenditore sono emerse quando quest’ultimo non ha onorato un debito di 1.000 euro, portando il poliziotto a chiede agli altri due condannati di recuperare il credito. Il 1 novembre 2017, i due si sono presentati a casa dell’imprenditore, minacciandolo di saldare il debito.
La difesa del poliziotto
L’avvocato ha sostenuto che l’ex poliziotto non poteva essere l’unico responsabile della cassaforte dove erano custodite le tessere elettroniche e i buoni carburante. Ha anche sollevato dubbi sulla legittimità delle indagini, condotte da una squadra dello stesso ufficio dell’agente, invece che da un gruppo esterno di inquirenti.