Ignobile aggressione armata, a Palermo, a danno di un poliziotto, che si trovava in compagnia della propria famiglia, libero dal servizio. Autore dell’accoltellamento – dice segretario generale di Fsp polizia Sicilia, Biagio Bonina – un giovane ivoriano, nei giorni precedenti tratto in arresto da una pattuglia della quale faceva proprio parte lo stesso poliziotto. Fortunatamente il Collega non è in pericolo di vita e speriamo tutti in una sua pronta e definitiva guarigione“.
“Nell’esprimere massima solidarietà ed auguri di pronta guarigione al nostro caro collega, rimangono amarezza e profondo rammarico – prosegue Antonino Piritore, segretario generale Fsp polizia Palermo – per questo gravissimo fatto che soltanto grazie a circostanze favorevoli, non ha consumato l’ennesima tragedia. Siamo di fronte ad uno dei tanti episodi di brutale violenza, compiuti nei confronti di appartenenti alla polizia di Stato, colpevoli, di svolgere il loro dovere. Da tempo purtroppo chiediamo pene più severe e certezza della pena”.
“In una mattina come tante, nella quale un operatore di polizia, libero dagli impegni di servizio, vive il proprio tempo ed i propri affetti, nella città nella quale lavora, è accaduto qualcosa di spiacevole – afferma Bonina – e che ci sconvolge. La quotidianità di questo poliziotto, che svolge il proprio lavoro in strada, a Palermo, per garantire la sicurezza dei cittadini, ha incrociato quella di un uomo, ivoriano, che giorni prima era stato arrestato da una pattuglia di polizia, della quale faceva parte proprio lo stesso poliziotto.
Il soggetto straniero, anziché vergognarsi per aver disobbedito alla legge ed aver reso necessario un intervento di polizia, ha scelto invece di optare per un vero e proprio regolamento di conti, aggredendo fisicamente quello che ha evidentemente ritenuto il responsabile dell’arresto, portando un fendente al fianco della vittima e provocando delle lesioni anche a chi tentava di soccorrere il malcapitato operatore di polizia”.
Poi prosegue: “Il giovane poliziotto sappiamo che adesso è affidato a cure mediche e che riporta delle evidenti ferite, ma che è fuori pericolo di vita, per fortuna, e che il l’autore dei fatti è stato intercettato e tratto in arresto. Augurando una pronta e definitiva guarigione all’eroico poliziotto, rimane molta amarezza e preoccupazione. Infatti, nemmeno il tempo di smaltire la delusione per la recentissima sentenza, che ha ribadito la non imputabilità di un cittadino dominicano autore di un duplice e spietato omicidio, realizzando una cinica sequela criminale, a danno di due giovani poliziotti, a Trieste, nel 2019, che un altro grave fatto di cronaca colpisce un incolpevole servitore dello Stato.
Non si vuole nemmeno pensare ad un vero e proprio ‘effetto Meran’, ad un giorno dalla citata sentenza, ma alcune riflessioni sono d’obbligo, per dar voce e merito ad una professione sempre più difficile e rischiosa, che deve far prevalere la passione e la voglia di fare, alla paura di sbagliare: i poliziotti devono accettare, rispettare e far rispettare la legge, dovendo dignitosamente tollerare, come nel caso citato, un mancata imputazione, per incapacità di intendere e volere, nonostante documenti video raccontino che l’invasato assassino abbia disarmato un poliziotto, abbia poi saldamente impugnato l’arma, per commettere un duplice ed efferato omicidio, a danno di due giovani poliziotti; muovendosi, all’interno della scena, con logica ed abilità, sino a guadagnarsi la fuga.
Ci viene da pensare: sono fatti isolati, tristi coincidenze, oppure c’è una parte di società che, probabilmente, interpreta determinati fatti come indicatori di facile impunità, allentando i propri freni inibitori, incoraggiandosi nell’idealizzare e realizzare condotte criminali, non temendo la reazione dello Stato e gli effetti della pena?”.