A febbraio, in aula, sarà discusso il caso giudiziario che coinvolge il vicequestore aggiunto della polizia, Giuseppe Accroglianò. Come riporta l’ANSA, Accroglianò è stato accusato dalla Procura di Bologna di interruzione di pubblico servizio. Il fatto risale a gennaio 2022, in piena era dell’emergenza COVID-19, quando il vicequestore si presentò all’hub vaccinale di Casalecchio, accompagnato da un avvocato.
Durante la visita, il vicequestore rivolse al medico di turno una serie di domande sulla validità dell’immunizzazione, sui potenziali problemi legati al vaccino e sul suo contenuto.
A un certo punto, sembrando insoddisfatto delle risposte ricevute, Accroglianò chiamò il numero d’emergenza 112. Quando i Carabinieri giunsero sul posto, Accroglianò si identificò regolarmente e riprese a porre domande al personale medico presente.
Poliziotto a processo
La Procura aveva avviato un’indagine nei confronti di Accroglianò, ritenendo che la sua condotta fosse strumentale, e aveva inizialmente richiesto un decreto penale di condanna con una pena pecuniaria. Tuttavia, Accroglianò, difeso dall’avvocato Alessandro Ariemme, aveva opposto resistenza. Di conseguenza, la Procura aveva proceduto a chiedere la fissazione del giudizio immediato, ottenendo l’udienza fissata per il 13 febbraio 2024.
Va notato che, a gennaio 2022, non solo il vicequestore, ma anche un finanziere, erano stati indagati per condotte simili, con l’accusa di aver causato ritardi e disservizi nel flusso delle immunizzazioni. Al momento, sia l’avvocato Ariemme che l’imputato preferiscono non rilasciare dichiarazioni in merito alla vicenda.